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Melograno

melograno

Un frutto esotico ricco di antiossidanti

Il melograno, anzi la melagrana (il primo è il nome della pianta, il secondo è il nome del frutto), rievoca coltivazioni esotiche. In effetti, almeno per ciò che concerne il sapore e l’aspetto, si differenzia rispetto agli altri frutti. E’ però di origine mediterranea, tutt’al più mediorientale. E’ coltivato da almeno due millenni, e viene consumato in Europa già nell’antichità.

La fortuna del melograno risiede non solo nel suo sapore, ma anche nella sua adattabilità sul piano botanico. Cresce un po’ dappertutto nella fascia mediterranea, e resiste sia ai climi aridi che a quelli un po’ più freddi e piovosi. Dal punto di vista organolettico e nutrizionale non lascia a desiderare. E’ ricco di vitamina C, antiossidanti e sali minerali, potassio in primis. L’apporto calorico non è troppo alto, nello specifico è pari a 83 kcal per 100 grammi.

Le varietà del melograno

In virtù della sua lunga storia, il melograno si caratterizza per le numerose varietà. Ecco le più consumate in Italia.

  • Wonderfull. Questa varietà si caratterizza per la buccia dal colore rosso intenso, per la forma ovale e per i chicchi dal sapore delicato ma gustoso. Essi sono consumati principalmente a crudo, anche perché non molto succosi.
  • Mollar Del Elche. Questa varietà è coltivata soprattutto in Spagna. Le dimensioni del frutto sono ridotte, il colore della buccia è rosso chiaro ed è valorizzato da interessanti sfumature. I chicchi sono molto dolci e succosi.
  • Melograno Viola. La caratteristica principale è suggerita dal nome. La buccia, infatti, è dominata da un viola piuttosto acceso. I chicchi sono mediamente succosi, molto dolci e per nulla acidi.
  • Ako. Varietà asiatica, si caratterizza per il colore rosso acceso (tanto della buccia quanto dei chicchi), per la succosità e per l’acidità equilibrata.
  • Dente di Cavallo. E’ la varietà più consumata nel sud Italia. Si caratterizza per la buccia chiara, tra il rosa e il marrone, e per i chicchi agrodolci. Viene spesso utilizzata per il consumo a crudo.

Gli usi in cucina

Il melograno si consuma principalmente a crudo, dopo aver sgranato i chicchi. Raramente questi vengono conditi con un po’ di zucchero. Possono, però, essere utilizzati per delle ricette, specie se dolciarie. Dei chicchi di melograno, in questo caso, si utilizza il succo (nella veste di ingrediente principale) piuttosto che la polpa, che funge da decorazione.

Ovviamente questo frutto può essere impiegato per realizzare deliziosi succhi e centrifugati. Tra parentesi, esiste anche il gelato alla melagrana, così come il sorbetto. Non è raro apprezzare il melograno all’interno di cocktail.

Alcune ricette sfiziose

Il melograno può diventare una risorsa per esprimere la propria creatività in cucina. Lo dimostrano le ricette che vi sto per presentare, che rivisitano alcuni piatti tradizionali e li impreziosiscono con tonalità intense e note acidule.

Cheesecake al melograno. Questa cheesecake spicca per la copertura colorata e saporita, che vede come protagonista proprio il melograno. Basta cuocere il succo insieme all’amido di mais, allo zucchero e al limoncello. Si ottiene così una sorta di glassa morbida e densa, da applicare sulla cheesecake fresca di frigorifero.

Tiramisù al melograno. E’ la rivisitazione del leggendario tiramisù, che spicca per la presentazione in bicchiere e per la partecipazione del melograno. Il succo concorre alla preparazione della crema al mascarpone, mentre i chicchi formano una croccante guarnizione.

Branzino al melograno. Un secondo dal sapore delicato e leggermente agrodolce. Il piatto è formato da un letto di piselli frullato, dal branzino cotto in padella e da una decorazione a base di chicchi di melograno.

Insalata di patate e melograno. Un’insalata all’apparenza classica che rivela un sapore particolare, tra l’acidulo e il corposo. Il gusto acidulo è dato dai chicchi di melograno, che con il loro rosso acceso fanno bella mostra di sé e contrastano con il giallo altrettanto vivace delle patate.

Cous cous con tonno e melograno. Un primo piatto molto ricco, che vede nel melograno sgranato il vero tocco di classe per valorizzare ortaggi e spezie.

Tutti i benefici del melograno

Ho fatto cenno ai principi attivi presenti nel frutto del melograno. Ora entro nel dettaglio dei benefici per l’organismo, riassumendo qui di seguito a cosa fa bene il melograno.

Rafforza il sistema immunitario grazie all’abbondante presenza della vitamina C. Questa sostanza svolge un ruolo antiossidante e quindi preventivo nei confronti del cancro; inoltre aiuta ad assorbire il ferro.

Protegge il sistema cardiovascolare. Il merito va al potassio, che regola la pressione del sangue. Inoltre, la punicalagina (molto presente in questo frutto) è in grado di ridurre di molto il rischio di infarti e ictus.

Mantiene elevati i livelli di energia dell’organismo. Ciò è dovuto all’abbondanza e alla varietà di minerali. Tra i sali minerali più importanti troviamo il potassio, il fosforo, il magnesio, il calcio, lo zinco e il manganese.

Protegge le gengive. In particolare ne allevia le infiammazioni. Inoltre, genera una sensazione di freschezza se viene consumato sotto forma di succo.

Fa bene all’apparato digerente. Il melograno aiuta a digerire in quanto contiene fibre. Questo frutto, se viene consumato sotto forma di decotto, è anche efficace contro la diarrea in quanto è ricco di tannini.

Le controindicazioni del melograno

Il melograno presenta delle controindicazioni? La domanda potrebbe suonare strana, soprattutto alla luce dei tanti benefici che apporta all’organismo. Eppure qualche controindicazione è da mettere in evidenza.

Il melograno dovrebbe essere consumato con moderazione o addirittura escluso dalla dieta nelle due settimane precedenti agli interventi chirurgici. Infatti, genera un effetto blandamente anticoagulante, che potrebbe provocare perdite di sangue superiori durante le operazioni.

Il melograno, inoltre, interagisce con un alcuni farmaci, limitandone l’assorbimento. Il riferimento è soprattutto ai farmaci depressivi e ad alcuni prodotti per la cura di malattie cardiache.

Esiste, poi, una rara forma di allergia al melograno. I sintomi sono abbastanza contenuti, in quanto esclusivamente gastrointestinali: diarrea, vomito, nausea e crampi.

E per quanto concerne i diabetici? La domanda è lecita se si considera che il frutto è acidulo, ma anche abbastanza dolce. In realtà, il frutto limita l’assorbimento degli zuccheri e quindi previene i picchi glicemici, dunque semaforo verde per chi soffre di diabete.

FAQ sul melograno

Si dice melograno o melagrana?

E’ un dubbio che ricorre spesso. La risposta è semplice: il melograno è l’albero, la melagrana è il frutto. Tuttavia, per consuetudine, il gergo comune fa riferimento al frutto con il termine “melograno”.

A cosa fa bene il melograno?

Il melograno è un frutto benefico in quanto ha molteplici effetti sul nostro organismo: giova al sistema immunitario (vista l’abbondanza di vitamina C), fa bene alla digestione (aiuta a digerire e a guarire dalla diarrea) e protegge il cuore. Inoltre, esercita una funzione antinfiammatoria sulle mucose (come le gengive) e aiuta a prevenire il cancro.

Chi non può mangiare il melograno?

Il melograno presenta alcune controindicazioni. Dovrebbero limitare o escludere il consumo coloro che devono sostenere un’operazione chirurgica, o chi assume farmaci anticoagulanti.

Che vitamine dà il melograno?

Il melograno è ricco di vitamina C, che impatta positivamente sul sistema immunitario. Troviamo, inoltre, ottime dosi di vitamina K, che regola la densità del sangue. Il melograno non contiene la vitamina A, ma alcuni suoi precursori che ne facilitano l’assorbimento.

Come si mangiano i chicchi del melograno?

I chicchi di melograno possono essere mangiati così come si trovano, diventano così uno “snack” da sgranocchiare durante un break salutare. Inoltre, possono essere trasformati in succo e partecipare a una vasta gamma di ricette.

Il melograno contiene nichel?

Il melograno è tra i frutti con un basso contenuto di nichel, quindi può essere mangiato senza problemi da chi è sensibile o intollerante al nichel. Ovviamente è sempre consigliabile non esagerare con le quantità.

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