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Cachi

cachi

Un focus sui cachi e sulle loro proprietà

I cachi sono tra i frutti più particolari. Un po’ come l’avocado, o li si ama o li si odia. Il loro sapore, infatti, si distingue nettamente da quello di qualsiasi altro frutto, come anche la loro consistenza, spiccatamente gelatinosa. A prescindere da ciò, i cachi presentano caratteristiche singolari, anche sulla loro maturazione e conservazione. Si raccolgono, infatti, nei mesi autunnali e si consumano verso l’estate, in quanto richiedono mesi di conservazione prima di acquisire la consistenza gelatinosa che li rende gustosi e commestibili.

I cachi sono comunque frutti preziosi anche sotto il profilo nutrizionale. Per quanto spiccatamente zuccherini, garantiscono un apporto calorico equilibrato, pari a 70 kcal per 100 grammi. Vantano massicce concentrazioni di potassio, fosforo e calcio, nonché buone quantità di vitamine C ed E. Soprattutto contengono il betacarotene e importanti antiossidanti come il licopene e la luteina.

Albero originario della Cina e del Giappone, il Diospyros kaki è coltivato in tutta l’Asia Meridionale, nell’America Settentrionale e nell’Europa Meridionale. I frutti possono raggiungere le dimensioni di un’arancia e sono ricoperti da una buccia sottile, lucente, di colore aranciato, rosso o chiazzato, a seconda delle varietà. La polpa è consistente, ma a maturazione diviene molle e acquista sapore zuccherino gradevole. I cachi maturano sull’albero verso l’inizio dell’inverno, ma è più conveniente raccoglierli verso la fine di novembre e lasciarli maturare in magazzino. Si trovano da ottobre a dicembre e comperate frutti lucenti, con il picciolo attaccato. Evitate quelli con macchie, abrasioni, muffe. efrigerateli fino al momento dell’uso. Mangiate prima quelli più molli e conservate quelli più duri finché diventano consumabili.

Le principali varietà di cachi

Le varietà di cachi, in realtà, non sono numerosissime. Tuttavia la maggior parte di esse raggiunge le nostre tavole. Proprio per questo ho pensato di farvi una rapida panoramica.

  • Fuyu. Il frutto è molto grande e pesante, si presenta con una forma sferoidale e leggermente appiattita. La buccia tende al giallo, così come la polpa. E’ la varietà più diffusa in assoluto.
  • Hana. Anche in questo caso il frutto è molto grosso. La forma, però, è leggermente quadrangolare e il colore tende all’arancione.
  • Jiro. È un misto tra le due varietà precedenti. La polpa è gialla, ma la buccia tende sull’arancione. Grandezza e dolcezza sono nella media.
  • O Gosho. È la varietà dal sapore più corposo. Sia la buccia che la polpa tendono all’arancione-rosso.

Le ricette con questo delizioso frutto

In genere i cachi si consumano a crudo, quasi come se fossero un dessert. Se conservati nella maniera più adatta, e una volta acquisita la tipica consistenza gelatinosa, possono essere tranquillamente consumati “al cucchiaio”. Ciò non toglie che i cachi possano essere protagonisti di alcune ricette sfiziose. Qui ne presento due, la prima spicca per semplicità, mi riferisco ai cachi in olio extravergine di oliva, un’insalata dal sapore leggermente acidulo, ma che sa a farsi apprezzare da tutti i palati.

Un’altra ricetta sfiziosa è la confettura di cachi, la classica confettura che non ti aspetti. Il suo sapore è leggermente acidulo, ma anche spiccatamente dolce e con quel retrogusto particolare che non si trova in nessun’altra confettura. Ovviamente essa va utilizzata come qualsiasi altra preparazione dello stesso tipo.

A cosa fanno bene i cachi?

Ho già accennato alle proprietà nutrizionali dei cachi. Ora è bene compiere un passo in avanti e parlare apertamente dei benefici che questo frutto apporta.

Diuresi. I cachi stimolano la diuresi, dunque sostengono la funzione dei reni e dell’apparato urinario. Il motivo di ciò risiede nell’abbondanza di acqua, da cui deriva la loro morbidezza e cedevolezza, ma anche e soprattutto dall’apporto di potassio.

Digestione. I cachi sono ricchi di fibre, come si può avvertire già dal primo assaggio. Le fibre stimolano la mobilità intestinale, prevenendo la stitichezza o risolvendo gli episodi di costipazione più leggera (che non sono causati da patologie più serie).

Funzionalità del fegato. Alcuni oligoelementi presenti nei cachi proteggerebbero il fegato e lo sosterrebbero nella sua funzione depurativa.

Stanchezza. In virtù dell’estrema abbondanza di sali minerali, che è rara anche nel mondo vegetale, i cachi aiutano a rimettersi in sesto e a recuperare le forze dopo allenamenti intensi.

Prevenzione dal cancro. I cachi sono ricchi di antiossidanti, dunque aiutano a prevenire alcune forme tumorali, oltre a rallentare l’invecchiamento cellulare.

Quando non mangiare questo frutto?

Come abbiamo visto i cachi apportano benefici in grande quantità. Tuttavia, presentano delle controindicazioni? Di base non esistono patologie o anche solo condizioni fisiologiche che possano precludere il consumo dei cachi. Al massimo vi sono dei rischi connessi all’eccessivo consumo dei cachi, infatti sono dei frutti davvero deliziosi e quindi possono spingere a comportamenti alimentari non equilibrati.

I cachi “regalano” calorie in quantità, almeno rispetto a frutti più tipicamente mediterranei. Se si considera che l’apporto per etto è pari a 130 kcal, e che un caco offre in media 130 grammi di parte edibile, si può desumere che un singolo frutto apporti fino a 260 kcal.

Un altro rischio connesso al consumo smodato consiste nella dissenteria, per quanto temporanea. Essendo ricco di fibre, il caco potrebbe causare qualche disturbo intestinale. Inoltre, essendo dolce, dovrebbe essere consumato con moderazione soprattutto da chi soffre di diabete. Sia chiaro, l’indice glicemico dei cachi è moderato, ma è sempre bene non esagerare.

Come si mangiano i cachi?

I cachi sono frutti non solo buoni e salutari, ma anche molto versatili in quanto possono essere consumati in molti modi diversi. Il più soddisfacente è il consumo “a crudo”, in questo caso i cachi si trasformano in una sorta di dessert. Ovviamente è necessario scegliere i frutti giunti a completa maturazione, e quindi estremamente morbidi. Per consumarli al meglio basta tagliare il frutto in due per lungo, quindi senza toccare il picciolo.

Poi, si procede affondando il cucchiaino, come se si stesse consumando un dolce al cucchiaio. La polpa è infatti molto morbida e si presta a questo tipo di consumo. Molti commettono l’errore di tagliare il caco a fette, come si farebbe come una mela, ma il risultato è poco soddisfacente in quanto si sfalda il frutto e diventa difficile da mangiare senza sporcarsi.

Discorso diverso se si utilizzano i cachi come ingredienti di ricette più o meno complesse. In questo caso la polpa va prima estratta e poi filtrata. Lo scopo è quello di rimuovere i semini, che sono commestibili ma in genere interferiscono con la preparazione delle ricette. Questo procedimento è facilitato dall’impiego di specifiche varietà di cachi, come il caco mela. Questo tipo di caco presenta una buccia sottile ed edibile, che non richiede una fase propedeutica di pelatura.

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