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Cucina aretina, una carrellata di ricette imperdibili

cucina aretina

La cucina aretina, una gradita scoperta

La cucina aretina non è molto conosciuta al di fuori della Toscana ed è un peccato. I piatti tipici aretini riservano delle gradite sorprese, incarnando pienamente i principi della gastronomia toscana, che la rendono unica nel suo genere. Io personalmente l’ho scoperta durante uno dei miei viaggi nell’aretino, dove vengo ospitata spesso da parenti e amici, e che dire…me ne sono innamorata fin da subito!

In particolare, mi ha colpito la capacità della cucina aretina di valorizzare gli ingredienti semplici e gli alimenti apparentemente più poveri, dando vita a preparazioni ora rustiche ora gourmet. Sono rimasta stupita dalle soluzioni culinarie, dai metodi di cottura talvolta audaci e dall’impiego disinvolto di alcuni alimenti che nel resto d’Italia fungono da semplice supporto. Su tutti spicca il vino, che in molte ricette dell’aretino ricopre il ruolo di ingrediente principale.

La cucina del luogo contribuisce a rendere le vacanze ad Arezzo un’esperienza magica, che può essere vissuta all’insegna della tranquillità, facendosi cullare dagli splendidi panorami che offrono le vallate del Casentino, della Valdichiana e della Valtiberina. Ma può essere anche la tappa principale di un percorso che coinvolge arte, storia e cultura, secondo un canovaccio che caratterizza buona parte della Toscana.ve

Parlando della cucina aretina, è impossibile non menzionare l’Agriturismo Casentino, gestito con amore e competenza dal mio nipote e dalla sua compagna. Il loro contributo è stato cruciale nella stesura di questo articolo, fornendo consigli preziosi e ricette autentiche che riflettono l’anima della cucina locale. Grazie a loro, abbiamo potuto esplorare a fondo i sapori e le tradizioni di un angolo d’Italia spettacolare ma ancora poco conosciuto.

Il mio viaggio nella cucina aretina: Un racconto nel cuore della toscana rinascimentale

Ho preparato tutte queste ricette che esplorano le profondità della cucina aretina perchè sto partecipando a #IAWToscana23. Questo contest, organizzato da Toscana Promozione Turistica e presentato su www.visittuscany.com , si inserisce nell’ambito di BTO – Be Travel Onlife. Si tratta di un’importante vetrina che mira a valorizzare e promuovere le ricchezze dell’Italia.

Ho scelto di focalizzare il mio articolo su “Il mio Viaggio nel viaggio alla scoperta della Toscana“, mettendo in luce la bellezza e l’unicità dell’esperienza culinaria in particolare dell’area aretina. La Toscana, nota per il suo impatto storico e culturale nel periodo del Rinascimento, offre un ricco panorama di tradizioni gastronomiche, tra cui spicca la cucina aretina.

Attraversoincontri culinari, esploro come la cucina aretina riflette la tradizione e al tempo stesso si rinnovi. I piatti tradizionali, le tecniche di cucina ereditate e l’uso di ingredienti locali sono espressioni di un patrimonio culturale che si è perpetuato nel tempo, offrendo un’esperienza unica ai visitatori e agli appassionati di gastronomia.

Il mio intento è di andare oltre la semplice descrizione dei piatti: voglio raccontare storie, condividere esperienze e trasmettere le emozioni che ho provato nel mio viaggio culinario. La Toscana, con la sua natura rigogliosa, i borghi storici e l’arte diffusa, fornisce un contesto ideale per un’avventura che coinvolge tutti i sensi.

Partecipare è una magnifica opportunità per celebrare e promuovere una regione italiana di inestimabile valore. Il mio obiettivo è quello di attirare l’attenzione sulle meraviglie della Toscana, in particolare sulla sua cucina, invitando un pubblico globale a scoprire questo territorio.

Queste riette sono un tributo alla Toscana, una regione che continua a ispirare e incantare. Attraverso questo racconto, spero di portare i lettori in un viaggio indimenticabile nel cuore del Rinascimento italiano.

L’arte delle frattaglie

La cucina aretina merita di essere approfondita e omaggiata. E’ sulla base di questa consapevolezza che l’ho scelta per la mia partecipazione al Toscana Contest 2023.

Si tratta di una gara che si svolge sui social, patrocinata da [inserire ente patrocinante], con l’intento di valorizzare il meglio della Toscana. Io concorro per la categoria Food&Beverage, “portando” alcune delle ricette aretine che mi hanno colpito di più.

Le presento brevemente qui di seguito, cercando di cogliere il significato più autentico in ciascuna di esse. Ovviamente ho già provveduto ad inserire le ricette sul sito, vi basterà seguire di volta in volta i link per visualizzarle.

Inizio dai secondi a base di frattaglie, che rappresentano un pilastro della cucina aretina e più in generale della cucina toscana. A mio parere in nessun’altra parte d’Italia si mangiano delle frattaglie così buone.

Per capirlo basta assaggiare i grifi all’aretina, che valorizzano un taglio bistrattato come il “muso” del vitello. La cottura è semplice e avviene su un classico soffritto di cipolle e aglio, insieme al vino rosso e al concentrato di pomodoro. Il risultato è davvero straordinario grazie agli ottimi tagli di carne che si trovano in Toscana e ad una fase di preparazione finalizzata ad ammorbidire i grifi, a rendendoli più delicati come consistenza e sapore.

Discorso diverso per i crostini neri. Essi rivoluzionano il concetto di frattaglia, facendone l’ingrediente base per un eccellente patè. I protagonisti sono i fegatini di pollo, che a differenza di quanto si possa immaginare propongono sentori più forti rispetto ai pezzi di fegato di manzo. Questi fegatini hanno un sapore così deciso da competere con quello delle acciughe e dei capperi, che sono gli altri ingredienti principali della ricetta.

Tutti questi ingredienti si frullano insieme per dare vita a una crema densa, dal sapore sapido e intenso, perfetto per arricchire dei crostini di pane. Insomma, i crostini neri sono l’antipasto perfetto, dal sapore rustico e semplici da preparare.

I secondi della cucina aretina

Se si parla di cucina aretina non si possono ignorare i secondi di carne, d’altronde la carne è un alimento fondamentale per tutte le cucine toscane, nonché oggetto di una tradizione secolare.

A colpire è soprattutto la scottiglia, una ricetta che esalta il concetto stesso di carne. Questo piatto è infatti a base di carni miste: pollo, coniglio, maiale e persino agnello, se si è disposti a riservargli un trattamento speciale.

Stiamo parlando di un zuppa di carne davvero abbondante, in cui il vino rosso non è solo uno strumento di sfumatura, ma anche un ingrediente vero e proprio, che dona sapore e concorre a creare un delizioso sughetto. La ricetta non è complessa, ma è necessaria una lunga cottura di circa due ore.

Ancora più lunga è la cottura del peposo, un altro piatto simbolo della cucina aretina (sebbene sia preparato anche nel resto della toscana). Il peposo è uno stufato particolare, che spicca per due caratteristiche: l’estrema morbidezza, che deriva proprio dalla lunga cottura, e il forte sapore di pepe, che è l’ingrediente principale. In questa ricetta si utilizza davvero tanto pepe, che viene usato spesso sotto forma di grani schiacciati. Non preoccupatevi, i pomodori pelati e il vino stemperano in parte la piccantezza, lasciando intatto il gusto complessivo.

Primi piatti aretini tra zuppe e street food

La cucina aretina premia i secondi, ma non dimentica i primi piatti. Anche in questo caso, però, si apprezzano dei modi davvero peculiari di intendere i piatti tipici.

Un esempio è dato dal tortello alla lastra di Corezzo. A tutti gli effetti si tratta di un ibrido tra la classica pasta ripiena e la piadina.

Della pasta ripiena ha la farcitura, che nel caso specifico è realizzata con le patate lesse o con la zucca (a seconda delle varianti), con l’uovo e con il formaggio grattugiato. Della piadina, invece, ha l’impasto, che viene realizzato con farina, acqua e sale. Ispirato alla ricetta della piadina è anche il metodo di cottura, infatti il tortello alla lastra si cuoce in padella.

Meno eccentrica, ma comunque creativa, è la carabaccia. Dal punto di vista meramente gastronomico si tratta di una zuppa di cipolle alquanto particolare. A giocare un ruolo da protagonista è ancora una volta il vino rosso, che viene evaporato solo per metà in modo da trasmettere tutti i suoi sentori aciduli alle cipolle. Queste ultime devono andare incontro a una leggera caramellatura, contribuendo a creare una texture morbida e gradevole al palato. La carabaccia sembra essere fatta apposta per la classica scarpetta, infatti viene servita spesso su fette di pane tostato.

Dolci e torte della cucina aretina

Chiudo con i dolci tipici della cucina aretina. A differenza della pasticceria del resto d’Italia, quella aretina spicca per l’impiego di ingredienti “poveri”, che mettono spesso al bando creme e aromi particolari. E’ questo un segno delle antiche radici di questa particolare cucina, che getta le sue radici nel Medioevo più profondo.

A incarnare queste caratteristiche è soprattutto la schiacciata con uva. Di fatto si tratta di una focaccia ripiena di uva, un’idea semplice che rende molto sia in termini di gusto che di impatto visivo. E’ una focaccia dolce deliziosa e bella da vedere, con il viola-nero dell’uva che spunta dall’impasto dorato.

Discorso simile per il lattaiolo, che è un dolce realizzato quasi esclusivamente con il latte. La particolarità del lattaiolo è l’assenza di farina, che viene sostituita da un po’ di amido e dalle uova. Il lattaiolo è delizioso e soffice così com’è, ma può essere arricchito ulteriormente con la vanillina e con il cioccolato fondente.

Fa poco uso della farina anche la torta di ricotta all’aretina, una torta semplice che rende molto sotto tutti i punti di vista. Anche in questo caso a garantire stabilità sono soprattutto le uova, anche se la ricotta ci mette del suo. Come unici aromi si utilizzano la vaniglia e la scorza di limone grattugiato.

Infine, il piatto forte tra i prodotti tipici aretini è il baldino. Si tratta a tutti gli effetti di un castagnaccio dal sapore intenso, che premia la farina di castagne, la frutta secca e l’uvetta.

FAQ sulla cucina aretina

Quali sono i piatti tipici di Arezzo?

I piatti tipici di Arezzo sono davvero tanti. In particolare, è molto apprezzato il tortello alla lastra di Corezzo, la carabaccia, la scottiglia, il peposo, i crostini neri, i grifi aretini, il baldino e il lattaiolo.

Cosa si beve ad Arezzo?

Ad Arezzo si beve soprattutto il Chianti, che è presente con una varietà specifica. Molto apprezzati sono anche i Colli d’Etruria centrale, il Valdichiana, il Cortona e il Valdarno di sopra.

Quali sono i dolci tipici di Arezzo?

I dolci tipici di Arezzo sono il lattaiolo, che è a base di latte, e il baldino, un castagnaccio dal sapore intenso. Molto apprezzata è anche la schiacciata con uva, che è una focaccia salata trasformata in dolce mediante l’aggiunta di uva nera.

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