Rougail Saucisse, uno ottimo esempio di cucina creola
Cucina creola: un mix di sapori e profumi
La Rougail Saucisse ha tutta l’aria di essere una pietanza della tradizione francese, almeno da quanto suggerisce il nome. Tuttavia non è esattamente così, infatti si tratta di un piatto della tradizione creola, e in particolare delle Mauritius, che per lungo tempo hanno fatto parte dell’impero coloniale francese. La presenza dei transalpini ha influenzato anche la cultura dei popoli assoggettati, dando impulso a dinamiche di commistione e reinterpretazione che hanno coinvolto anche la gastronomia. Sicché, molti piatti della cucina creola presentano tratti in comune ora con la cucina più puramente autoctona, ora con quella francese. Il tutto in una prospettiva che richiama al concetto di cucina fusion, con l’ovvia differenza che, in quest’ultimo caso, la commistione è voluta e mossa da uno stimolo creativo.
Per poter assaporare realmente la tipica cucina creola, risultato di secoli di influenza e di scambi con altri popoli, bisogna cercare di mangiare nei ristoranti del posto e, perché no, fare un giro nei mercatini per fare il carico di spezie. Gli ingredienti più utilizzati nella maggior parte della gastronomia delle Seychelles sono il pesce, solitamente grigliato o marinato, e il riso.
Fra gli altri prodotti tipici delle isole troviamo il latte di cocco, i cuori di palma, il polpo, spezie come la vaniglia, lo zenzero e il peperoncino e anche frutta del posto. Le banane, ad esempio, sono protagoniste del kat kat, una specialità che si prepara, inoltre, con tonno, latte di cocco e spezie.
Ricetta rougail saucisse
Preparazione rougail saucisse
Per la preparazione della Rougail Saucisse iniziate facendo dei piccoli fori nella salsiccia con una forchetta, poi cucinatela per 10 minuti mettendo nell’acqua mezzo limone, un po’ di sale, un po’ di pepe e due foglie di alloro. Quando le salsicce saranno sbollentate, passatele in padella per pochi minuti. Occhio alla temperatura, deve essere di 160-170 gradi circa. Spegnete il fuoco e fate raffreddare le salsicce togliendole dalla padella per evitare che si rompano. Una volta fredde, tagliatele a fette non troppo sottili.
Ora pelate le cipolle e affettatele, poi sbucciate lo spicchio d’aglio. Infine pulite il timo e togliete le foglioline. In una pentola, sufficientemente ampia, versate le cipolle, l’aglio e rosolate il tutto con un po’ di olio d’oliva, poi versate i pelati. Completate con il timo e lo zenzero che avete a disposizione.
Rimuovete l’aglio, date una mescolata, poi coprite e continuate la cottura a fuoco basso per 30 minuti, regolando con un po’ di sale e di pepe. Una volta che il sugo è pronto, versate anche le salsicce e proseguite la cottura per pochissimi minuti. Infine, servite con il riso Basmati, che avrete cotto al dente. Buon appetito!
Ingredienti rougail saucisse
- 6 salsicce affumicate
- 280 gr. circa di cipolle dorate
- 1 spicchio di aglio
- 2 confezioni di pomodori pelati Cirio
- 1 rametto di timo
- ½ limone
- 2 foglie di alloro
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1 peperoncino (facoltativo)
- 1 cucchiaino di zenzero in polvere
- un pizzico di sale e pepe
- q. b. di riso Basmati (per accompagnare).
Rougail Saucisse, oltre il concetto di cucina fusion
Molto spesso le ricette creole si caratterizzano per un’apparente semplicità, che nasconde spunti interessanti sul mix degli ingredienti. La Rougail Saucisse è testimone di questa dinamica, infatti la ricetta è molto semplice. Tuttavia, unisce alcuni alimenti tipicamente mediterranei, come i pomodori pelati, con un approccio decisamente più esotico, simboleggiato dalla presenza del riso come accompagnamento. Si tratta di un’abitudine diffusa anche nelle culture asiatiche, come in quella Giapponese, in cui il pane viene sostituito spesso dal riso.
I migliori pomodori pelati per la Rougail Saucisse
Non esiste Roaugail Saucisse senza salsa di pomodoro. Tuttavia, esistono diversi tipi di salsa, la cui qualità dipende dagli ingredienti. Quindi quali pomodori pelati utilizzare? Ebbene, io consiglio i pomodori pelati Cirio, una garanzia per gli amanti della pasta e non solo. Sono pomodori rigorosamente italiani e senza conservanti, spiccano per il gusto e per la loro genuinità, determinata da un’attenta selezione della materia prima.
Nella ricetta della Rougail Saucisse i pelati vengono trattati “classicamente”, nel senso che con essi si realizza una normale salsa di pomodoro. L’unica differenza con le salse tradizionali consiste nell’abbondanza di spezie, elemento tipico di alcune culture gastronomiche extra-europee. La salsa della Rougail è, infatti, valorizzata sia dalla cipolla che dall’aglio, ma anche dal timo, dallo zenzero e dal pepe.
Il prezioso contributo dello zenzero
E’ proprio lo zenzero la spezia che risulterebbe più “strana” da inserire in una salsa al pomodoro, come la Rougail Saucisse. Non che lo zenzero sia poco diffuso o poco impiegato nel nostro Paese, semplicemente non è abitualmente utilizzato con il pomodoro. In realtà, tale abbinamento è anche piuttosto azzeccato, a patto di non esagerare in quanto lo zenzero è una delle spezie più forti in assoluto, dunque vi è il concreto rischio che copra gli altri sapori. Diciamo che per la quantità di salsa che prevede questa ricetta, basta e avanza un cucchiaino di zenzero in polvere.
La presenza dello zenzero è giustificata non solo dal ruolo che gioca sul piano organolettico, ma anche dalle sue proprietà nutrizionali. Queste sono così significative da sfociare nel terapeutico. Dello zenzero, infatti, si apprezza la funzione stimolante, che contrasta gli episodi di ipotensione. Inoltre, lo zenzero vanta un’azione antinfiammatoria così potente da essere paragonato a quella dei farmaci FANS. Dunque può impattare positivamente in caso di dolore acuto e cronico. Come la maggior parte delle spezie, poi, si caratterizza per le capacità antisettiche e antibatteriche. Da questo e da tanti altri punti di vista (ad esempio la versatilità) lo zenzero si configura come una delle spezie più amate in assoluto.
Mahé: paesaggi urbani e naturali
Dopo essere passati per La Digue e Praslin, con quest’ultimo post, dedicato alle Seychelles, vi porto verso Mahé, l’isola di maggiori dimensioni, dove si concentra la maggior parte della popolazione. Nella sua capitale, Victoria, si ritorna nuovamente a contatto con la modernità ma sempre a pochi passi dalla natura e da spiagge meravigliose, come quella di Anse Takamaka, un luogo da cartolina e perfetto per fare snorkeling!
A Victoria si può passeggiare e visitare il tempio hindu di Arul Mihu, negozi, ristoranti e mercati, in cui si mescolano abitanti dell’isola e turisti. Lasciatevi guidare dai colori e dai profumi e immergetevi nella vita della città, prima di rituffarvi nell’acqua trasparente delle spiagge dell’isola!
La splendida fauna delle Seychelles: le tartarughe giganti
Nelle varie isole delle Seychelles, soprattutto nell’atollo di Aldabra, ci si può imbattere in una delle maggiori attrazioni di questo luogo: le tartarughe giganti. A rischio di estinzione, questi animali, spesso centenari, si muovono lentamente per il paesaggio, dando l’impressione che anche il tempo rallenti. Ho visto da vicino alcuni esemplari: si può scattare qualche foto, facendo attenzione, però, a rispettare questo imponente animale.
La fauna delle Seychelles non contempla solamente tartarughe di diversa specie ma anche molti altri animali tipici di queste isole: le volpi volanti, il pigliamosche e altre specie di lucertole e pesci rendono ancora più preziose questi luoghi, ricordandoci quanto sia importante rispettare l’ambiente.
Dal mercato alla cucina
Oltre ad assaggiare i piatti tipici della cucina creola, è importante anche visitare i mercati dove si vendono i prodotti tradizionali delle isole, come il Victoria Market. Frutti tropicali, pesci, molluschi, tè, peperoncino e rum mi hanno conquistato con i loro colori più vari. La cucina tradizionale di questi luoghi è piuttosto semplice, eredità dei tempi della schiavitù, ma assolutamente gustosa.
Una visita imprescindibile è anche quella al Bazar Labrin, un mercatino a pochi passi dal mare, sulla spiaggia di Beau Vallon. Qui vi potrete immergere nella cucina e nella cultura creola, assaggiando piatti tipici come il Tek-Tek, specialità a base di frutti di mare. Le Seychelles, insomma, sono un universo da scoprire sia dentro che fuori dalla cucina!
Alle Seychelles: tra Praslin e il Coco de mer
Praslin: l’isola delle palme. Continua il mio racconto sul mio ultimo viaggio alle Seychelles, luogo in cui sono ritornata a dicembre e dove, diversi anni fa, sono stata per la mia luna di miele. Sono isole che nascondono al loro interno un fascino straordinario e dove natura, mare e storia si intrecciano. Quando si arriva, in barca o in aereo, sembra di trovarsi in una storia di pirati e corsari, fra scogli e veri e propri tesori naturali.
Nell’ultimo post abbiamo lasciato le rocce maestose e le piantagioni di vaniglia dell’isola La Digue e ora ci addentriamo nella natura di Praslin, famosa per le sue spiagge paradisiache e per la sua natura lussureggiante. Un’isola in cui è più facile muoversi con i mezzi di trasporto visto che possono circolare sia autobus che auto. Una delle spiagge più impressionanti è quella di Anse Lazio, uno dei luoghi migliori in cui rilassarsi e perché no, fare colazione in riva al mare.
Il ‘coco de mer’: il seme più grande del mondo
Praslin è l’isola del coco de mer. Oltre alle spiagge, infatti, l’isola nasconde un altro tesoro inestimabile: la Vallée de Mai, una foresta antica, dichiarata patrimonio dell’UNESCO, grazie al suo ecosistema incontaminato. Qui si trovano le palme che producono questo seme, chiamato coco de mer, che può arrivare a pesare fino a 25 chili! Una passeggiata fra il gioco di luci e ombre che creano queste palme è un’esperienza incredibile e unica.
Qualche curiosità? Questo enorme seme viene chiamato anche “coco d’Amour“, per la sua somiglianza a un bacino femminile. In passato, si credeva che questa pianta fosse marina già che i suoi frutti venivano trovati solitamente in acqua. Fin dai tempi antichi, inoltre, grazie alla sua scarsità, era un simbolo di potere di grande valore. E lo è tutt’oggi, visto che acquistare uno di questi semi giganteschi può costare una fortuna!
La Digue: non solo mare e sole
Una seconda ‘luna di miele’ alle Seychelles: La Digue. Quando si parla delle Seychelles, si pensa subito a vacanze da sogno, immersi nella natura e in spiagge paradisiache. Questo enorme tappeto di isole, disteso nell’Oceano Indiano, vicino al Madagascar, non è solamente un luogo in cui passare ore e ore ad ammirare il mare cristallino.
Sapori nuovi, natura rigogliosa e gente amichevole mi hanno portato qui per la seconda volta nella mia vita, alla fine dell’anno scorso. La prima, alcuni anni fa, è stata per la mia luna di miele.
Questo mio secondo viaggio alle Seychelles, nuovamente in compagnia di mio marito, mi ha fatto innamorare per una seconda volta della natura selvaggia di queste isole. Si tratta di un posto da assaporare lentamente, lontani dallo stress della vita di tutti i giorni, e dove scoprire un interessante intreccio di culture. Francesi, inglesi e arabi, infatti, sono solo alcuni dei popoli che hanno lasciato la propria traccia in questi luoghi.
Una natura rigogliosa per ricaricare le energie
Le Seychelles non sono solamente lontane geograficamente dall’Italia. I paesaggi incredibili di queste isole mi hanno permesso di ricaricare le energie. Il contatto con la natura , la cultura e una cucina diversa, infatti, mi ha dato l’opportunità di imparare molto da queste terre lontane. Ovviamente, mi ha riportato alla mente la mia luna di miele, uno dei momenti migliori della mia vita.
Si tratta di un paradiso da preservare visto che la barriera corallina che lo rende famoso sta pian piano scomparendo, anche a causa del riscaldamento globale. La sfida dei prossimi anni sarà proprio quella di trovare la maniera di non distruggere questo paradiso naturale in modo da poter continuare a godere di questo spettacolo naturale e che uomo e natura possano riconciliarsi.
La Digue: paradiso naturale
La Digue è senza dubbio una delle isole che ha sofferto meno il passare del tempo. La sua natura è rimasta intatta negli anni, grazie anche alla quasi totale assenza di auto. Di questa isola porto nel cuore senza dubbio le impressionanti rocce che spuntano dalla sabbia bianca e dall’acqua cristallina, delle enormi “sculture” di granito che attirano turisti da tutte le parti del mondo, specialmente presso la spiaggia di Anse Source d’Argent. In questa zona, potrete camminare fra palme da cocco e piantagioni di vaniglia, un eco del passato coloniale dell’isola.
Qui, come nelle altre isole, potrete trovare un mix di sapori provenienti dalla cucina europea, africana e asiatica. Pesce e frutti di mare freschissimi vengono spesso cucinati alla griglia o in una tipica salsa al curry, piena di spezie e di sapori unici. Sicuramente un’occasione da non perdere per degustare del pesce genuino. Nei prossimi post continuerò a raccontarvi del mio viaggio a cavallo fra natura e sapori.. Un capodanno alle Seychelles da ricordare! A mio parere ho trovoto le spiagge più belle del mondo.
Ricette dal mondo ne abbiamo? Certo che si!
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