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La frutta secca a guscio, proprietà e apporto calorico

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Frutta secca a guscio

Le proprietà della frutta secca a guscio

Tutti sanno, grossomodo, cosa sia la frutta secca a guscio. D’altronde, essa viene consumata abitualmente in Europa come negli altri continenti, e figura nella lista degli ingredienti di molte ricette. Tuttavia, questo termine non ha un significato dal punto di vista botanico. Di base, infatti, e a seconda della specie, la frutta secca a guscio rientra ora nella categoria della “frutta”, ora in quella dei “semi”. Nondimeno, si segnalano alcune caratteristiche in comune, condivise da tutti i tipi di frutta secca, dalle “nostrane” mandorle fino alle più esotiche noci di macadamia.

Per esempio, la frutta secca in generale si caratterizza per un’estrema abbondanza di grassi, si tratta, però, di grassi “buoni” in quanto giovano alla salute e in particolare dell’apparato cardiovascolare. Di conseguenza, la frutta secca è piuttosto calorica, con un apporto che va dalle 550 alle 770 kcal per etto. Altra caratteristica condivisa da tutta la frutta secca a guscio, benché declinata in modi differenti, è la presenza di amminoacidi essenziali e dell’acido oleico (più abbondante nei semi). Buono, ma estremamente vario, il contenuto di vitamine e sali minerali; ridotto è, invece, quello delle proteine. Ad ogni modo, possiamo dividere la frutta secca a guscio in due categorie: nostrana e di importazione. Proprio seguendo questa distinzione descriverò le specie più importanti.

I principali tipi di frutta secca “nostrana”

  • Noci. E’ la frutta secca a guscio più famosa, almeno in Italia. Le noci sono botanicamente considerate dei “frutti”. Si caratterizzano per una certa abbondanza di vitamina E, di potassio, di acidi grassi omega tre e di fosforo. Non a caso, secondo l’immaginario collettivo, fanno bene al cervello. L’apporto calorico è medio (640 kcal), mentre spiccano per la loro versatilità, potendo essere consumate sia crude che all’interno di primi piatti.
  • Nocciole. Ricche di acido oleico, sostanza che consente di tenere sotto controllo il colesterolo cattivo. Il contenuto di acidi grassi omega tre è inferiore rispetto alla media della frutta secca. Abbondantissima, invece, è la presenza di vitamina E e vitamine del gruppo B. Le nocciole sono mediamente caloriche per la categoria di riferimento.
  • Mandorle. E’ probabilmente la frutta secca più amata. Sono ottime “da sole”, come decorazione per le torte o come ingrediente di ricette più complesse. Dalle mandorle si ricava anche una buona farina. Dal punto di vista nutrizionale presentano un buono apporto di vitamine (soprattutto vitamina E), di sali minerali e di acidi grassi benefici.
  • Pistacchi. Fanno parte della categoria dei “semi”, dunque contengono molto acido oleico. Abbondante è anche la presenza di antiossidanti quali la luteina, i tocoferoli e il betacarotene. E’ nella media il contenuto di vitamine e sali minerali (vitamina E, fosforo, calcio, potassio e ferro). Apportano circa 600 kcal per 100 grammi.
  • Pinoli. Altra frutta secca a guscio della categoria “semi”, spiccano per la quantità di acido oleico e di antiossidanti. I pinoli sono anche ricchi di vitamine, in particolare del gruppo B. Il contenuto di sali minerali è nella media, tuttavia sono molto calorici in quanto sfiorano i 700 kcal per 100 grammi.

Le principali varietà di importazione

  • Arachidi. Originarie del continente americano e botanicamente considerati dei “frutti”, le arachidi spiccano per il contenuto proteico, che le rende un caso più unico che raro per la loro categoria. Per il resto, spiccano per l’apporto di vitamina E, PP, zinco, potassio e fosforo. Questo tipo di frutta secca a guscio è anche ricca di fibre (altra caratteristica sui generis). L’apporto calorico, inoltre, è abbastanza basso (550 kcal per 100 grammi).
  • Noci brasiliane. Facenti parte della categoria “semi”, si caratterizzano per la presenza abbondantissima di selenio, un forte antiossidante. Per il resto contengono svariati oligoelementi e una grande quantità di vitamina E. Pur essendo lisce, sono simili alle nostre noci, di cui condividono più o meno anche l’apporto calorico.
  • Noci pecan. Noce del Centroamerica, il pecan è una versione più grassa e calorica di quella nostrana. Sono originarie dell’America centrale, vicino al confine tra Messico e Stati Uniti. Le noci pecan sono più ricche della media in quanto a vitamine, acido oleico e omega tre. La forma ricorda quella di una noce normale, per quanto presenti un colore più brillante, tendente all’arancione. Apportano circa 750 kcal per 100 grammi.

Le caratteristiche degli anacardi e delle noci macadamia

  • Anacardi. “Semi” originari del Brasile, si caratterizzano per la strana forma a mezzaluna. Nonostante la differenza di categoria, sia come sapore che come resa nutrizionale, assomigliano alle arachidi. Hanno però un sapore più neutro, e, infatti, vengono abitualmente utilizzati come ingrediente di insalate e primi piatti. Apportano circa 590 kcal per 100 grammi.
  • Noci macadamia. Questo tipo di frutta secca a guscio è originaria dell’Australia. In realtà sono dei semi che abbondano in particolare di vitamina A, B1 e B2. Sono preziose in quanto ricche di antiossidanti, e in particolare di flavonoidi. Stesso discorso per i grassi, infatti, nonostante sono scarsamente presenti gli acidi grassi omega tre, abbondano di acido palmitoleico. La resa estetica è molto particolare, infatti ricordano le castagne, ma sono di colore tendente all’arancione-ocra. L’apporto calorico è alto e sfiora le 720 kcal per 100 grammi. In cucina si utilizzano soprattutto per creare biscotti e torte morbide, in virtù della loro consistenza pastosa (una volta frullate).

Fate attenzione alle etichette se pensate di essere allergici alla frutta secca

La frutta secca fa bene, è ricca di acidi grassi benefici e dà energia, eppure, non tutti possono mangiarla. Tra le forme allergiche alimentari più diffuse, infatti, troviamo proprio l’allergia alla frutta secca, che si può manifestare in tanti modi diversi. I più “fortunati” possono essere allergici a un solo frutto a guscio, ma altri invece manifestano reazioni allergiche quando ingeriscono più di una varietà di frutto.

Dunque, evitare la frutta a guscio in forme elaborate può essere difficile, perché essa è presente in diverse preparazioni alimentari industriali. Per questo motivo, i soggetti allergici devono prestare estrema attenzione alle etichette dei cibi, perché questi frutti possono celarsi, anche in minima traccia, in davvero tanti e variegati alimenti. Il primo esempio è rappresentato dalle merendine industriali, ricche di ingredienti tra cui facilmente trovano posto la frutta a guscio e i semi oleosi. Se nelle barrette ai cereali e nei muesli ce l’aspettiamo la frutta secca, così non è invece per le barrette di cioccolato (se non sono alle noci), le torte e altre merendine che non dicono espressamente di essere al gusto di qualche frutto a guscio. In questo tipo di alimenti, la frutta a guscio si può presentare spesso sotto forma di farina, come per esempio la diffusa farina di mandorle.

Tracce di frutta a guscio si possono trovare poi nei pianti pronti vegetariani e vegani (ricordiamo che la frutta secca e i semi oleosi sono ricchi di proteine, perciò rappresentano un buon apporto proteico nelle diete che non prevedono il consumo di carne, pesce, latticini e uova). Ma questi frutti si possono trovare anche in cibi pronti a base di carne e pesce, in particolare se impanati o fritti in pastella. Nelle miscele già pronte di legumi, cereali e semi si possono trovare tracce di frutta a guscio, o ancora in alcuni estratti per brodo. Infine, tracce di questi frutti si possono presentare nelle salse da cucina, nei panini e in alcuni formaggi.

Le principali manifestazioni allergiche sono i disturbi gastrointestinali, come vomito, diarrea, gonfiore addominale. Poi si possono presentare l’orticaria e altre manifestazioni cutanee, insieme al prurito a naso e occhi. Oltre a questi sintomi “più leggeri”, l’allergia alla frutta a guscio può portare allo shock anafilattico, che può provocare gonfiore improvviso e accentuato di bocca e gola, svenimenti o anche conseguenze più gravi.

Insalata con pere e brie, un contorno colorato, buono e facile da preparare

L’insalata con pere e brie non è un’insalata come le altre. Infatti, si caratterizza per un carattere spiccatamente agrodolce. Esso è il risultato dell’accostamento tra frutta e verdura, un accostamento che è stato pensato con cura per garantire un assetto che valorizzi tutti gli ingredienti. Come qualsiasi insalata, la ricetta è piuttosto semplice. Gli unici aspetti su cui fare attenzione sono la qualità delle materie prime, che devono essere eccellenti, e la proporzione tra gli ingredienti. A tal proposito, vi basterà seguire fedelmente la ricetta che vi mostrerò tra poco per avere un’insalata davvero perfetta e gustosa.

Uno degli ingredienti principali dell’insalata con pere e brie sono ovviamente le pere. Quali pere utilizzare? Di varietà, in effetti, ce ne sono tante. In questo caso, la scelta è vostra, ma io vi consiglio comunque di usare pere piccole, in modo da realizzare delle fette equilibrate. Per quanto riguarda i principi nutrizionali delle pere c’è poco da dire, la pera, infatti, è uno dei frutti più salutari in assoluto. In primis è poco calorica (34 kcal per 100 grammi). Secondariamente contiene una concentrazione straordinaria di fibre, motivo per cui facilita la digestione. Infine è ricca di vitamine e sali minerali, e in particolare potassio, fosforo, calcio, vitamina C e vitamina B3.

Tutta la bontà del formaggio brie

Un altro ingrediente fondamentale di questa insalata con pere, come peraltro suggerisce il nome, è il brie. Si tratta di un formaggio francese, ma consumato molto anche in Italia (soprattutto in Lombardia). Si sposa benissimo con gli altri ingredienti, e in particolare con le pere (il frutto che viene più spesso abbinato ai prodotti caseari). Il brie è un formaggio poco stagionato, semi-fresco e con fioritura a muffe bianche quasi invisibili. E’ grasso, ma non troppo, con i suoi 27 grammi di lipidi ogni 100 grammi. Tuttavia, è sufficiente non esagerare, se non si vuole rischiare di mettere a repentaglio la linea. In questa ricetta, comunque, è presente in dosi piuttosto ridotte. Il brie apporta circa 319 kcal per 100 grammi (meno del parmigiano comunque).

Insalata con pere e brie

Il brie è però ricco di proteine, che costituiscono il 20% del totale, una percentuale da fare invidia a molte carni. In quanto formaggio semi-fresco è anche ricchissimo di calcio, la cui concentrazione sfiora il mezzo grammo. Discorso simile per altri sali minerali, e in particolare il fosforo e il potassio. Si difende molto bene anche in termini di vitamine, con esplicito riferimento a quelle del gruppo B. Il brie, come la maggior parte dei formaggi freschi o quasi freschi, contiene parecchio sodio, ragione per cui deve essere consumato con molta parsimonia da chi soffre di ipertensione.

I tanti pregi nutrizionali delle noci

Anche le noci giocano un ruolo importante nella ricetta dell’insalata con pere e brie. Infatti equilibrano un po’ gli altri sapori (che sono abbastanza forti), producendo un sentore più rotondo e lineare. Le noci sono buone e piacciono più o meno a tutti, ma godono a volte di una pessima nomea. Infatti, alcuni le evitano perché sono troppo caloriche. In effetti è vero, sono caloriche, e anzi superano le 600 kcal per 100 grammi. Tuttavia, sono anche salutari in quanto ricche di grassi “buoni”. Il riferimento è in particolare agli acidi grassi omega tre, sostanze che impattano beneficamente sul cuore, sulla vista e sulle funzioni cognitive.

Ma i pregi delle noci non finisco qui. Sono infatti ricche di vitamine e sali minerali. In particolare, sono ricche di vitamina E, di potassio e calcio. ll loro trattamento, in merito a questa ricetta, è quasi banale: semplicemente vanno tritate grossolanamente e versate nell’insalatiera dopo la lattuga e contestualmente agli altri ingredienti. Riguardo al tema delle calorie, è sufficiente non abbondare più tanto. Infatti, la lista degli ingredienti comprende solo 50 grammi di noci, da dividere in 4 persone.

Ecco la ricetta dell’insalata con pere e brie:

Ingredienti per 4 persone:

  • 1 cespo di lattuga iceberg;
  • 3 pomodorini gialli;
  • 1 peperone rosso;
  • 1 cipolla rossa;
  • 4 pere piccole;
  • 300 gr. di brie;
  • 50 gr. di noci;
  • 4 cucchiaini di miele d’acacia;
  • 4 cucchiai di succo di limone;
  • 5 cucchiai di olio extravergine di oliva;
  • q. b. di sale.

Preparazione:

Per preparare l’insalata con pere e brie lavate accuratamente la lattuga. Riducetela a piccoli pezzi irregolari e versatela nell’insalatiera. Poi lavate i pomodori e riduceteli a spicchi. Rimuovete la buccia dalla cipolla e affettatela. Infine pulite i peperoni e fateli a listarelle. Ora realizzate un trito grossolano con le noci, poi fate a pezzi il brie e versatelo nell’insalatiera con le noci. Pulite le pere, togliete la parte dura centrale e fatele a fette sottili. Inserite nell’insalatiera anche il brie, le pere, la cipolla  e i peperoni. Infine preparate la salsina: in una ciotola mescolate per bene il succo di limone, l’olio extravergine di oliva e aggiungete un po’ di sale e il miele. Dopo aver amalgamato la salsina versatela sull’insalata e servite.

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