Il calamondino, un agrume poco conosciuto
La tartare di tonno, finocchio e calamondino si inserisce nel solco degli antipasti gourmet. L’impiattamento è davvero particolare, e utilizza in modo creativo il calamondino. E’ particolare anche la lista degli ingredienti, che comprende proprio il calamondino, un frutto sconosciuto ai più ma che può regalare molte soddisfazioni.
Ricetta tartare di tonno, finocchio e calamondino
Preparazione Tartare di tonno
Per la preparazione delle tartare di tonno, finocchio e calamondino iniziate procurandovi un coltello ben affilato. Ora effettuate un taglio orizzontale, a due terzi di altezza, per eliminare la calotta superiore. Estraete e rimuovete l’interno dei frutti, cercando di non rovinare il resto. Poi sbucciate metà dei calamondini e fateli a pezzetti.
Ora pulite il finocchio rimuovendo le foglie esterne, poi fatelo a tocchetti simili ai pezzi di calamondino. Trasferite finocchi e calamondini in una ciotola ed aggiungeteci anche il tonno fatto a cubetti. Ora mettete la maggiorana, un po’ di pepe, un po’ di sale, l’olio extravergine di oliva e un po’ di succo di calamondino filtrato. Aiutandovi con un cucchiaino, farcite i calamondini e concludete chiudendo le calotte. Servite e buon appetito.
Ingredienti Tartare di tonno
- 150 gr. di filetto tonno
- 6 calamondini
- 1/2 finocchio
- un rametto di maggiorana
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- q. b. di sale e di pepe.
Tartare di tonno, finocchio e calamondino, un antipasto ricercato
Nella tartare di tonno, finocchio e calamondino la cottura è assente, dunque carne cruda ben condita. In questo caso, la tartare è di tonno, una specie ittica che si presta a questo procedimento.
Nello specifico, il tonno viene tagliato a cubetti e aggiunto agli altri ingredienti. Affinché la tartare riesca, è bene che il tonno sia di qualità e sufficientemente fresco. Solo in questo modo, tra l’altro, può esercitare tutte le sue proprietà benefiche, senza disperdere i suoi nutrienti.
Il riferimento, nella fattispecie, è alla presenza abbondante di sali minerali, in particolare di fosforo (che giova alle funzioni cognitive), nonché alle elevate concentrazioni di omega tre, un acido grasso che fa bene al cuore, al sistema nervoso centrale e alla vista. Che il tonno faccia ingrassare è solo una falsa convinzione, un pregiudizio dovuto alla diffusione del tonno sott’olio (in questo caso è l’olio a fare ingrassare). Il tonno al naturale, anzi, è ipocalorico. infatti si parla di circa 90 kcal per 100 grammi.
Gli insospettabili pregi del finocchio
Il finocchio ricopre un ruolo importante in questa tartare di tonno e calamondino. Col suo sapore leggero, ma allo stesso tempo aromatico, è in grado di contrastare l’acidità del calamondino, nonché il gusto decisamente più corposo del tonno crudo. Il finocchio va attentamente pulito, ossia mondato dalle foglie esterne, che risultano moto più tenere e delicate. Poi va tagliato a cubetti simili a quelli del calamondino.
Il finocchio non è solo buono e “utile” in cucina, è anche un ortaggio salutare. In primis, è tecnicamente privo di grassi, come dimostra anche il suo apporto calorico. Un etto di finocchio apporta, infatti, solo 9 kcal, praticamente un record nel mondo vegetale. Nondimeno, è ricco di nutrienti. Il riferimento è al potassio (molto abbondante), alla già citata vitamina C e ai flavonoidi, dei formidabili antiossidanti. Il finocchio ha proprietà depurative di gran lunga superiori alla media, a tal punto che vengono preparati infusi dedicati.
Cos’è il calamondino?
Molti di voi non conoscono il calamondino. Non c’è di cui stupirsi, stiamo parlando di un agrume “strano”, frutto della commistione tra il classico mandarino e il kumquat, quest’ultimo originario della Cina e poco conosciuto. Dal punto di vista organolettico, il calamondino assomiglia più al kumquat che al mandarino. Infatti, si caratterizza per una intrinseca dolcezza, e per la quasi totale assenza di note aspre (a differenza delle arance), quindi l’ideale per la nostra tartare di tonno e finocchio. Il calamondino ha anche una buccia liscia, sebbene non commestibile. Essa, però, con la sua texture così regolare, contribuisce a migliorare l’impatto visivo del frutto e, di conseguenza, delle ricette che lo vedono come protagonista.
Dal punto di vista nutrizionale, invece, si pone allo stesso livello degli altri agrumi. E’ per esempio ricco di vitamina C, che giova al sistema immunitario. E’ ricco anche di sali minerali, e in particolare di potassio. Il calamondino contiene molti oli essenziali, che svolgono alcune funzioni fondamentali per l’organismo. Tra l’altro, gli oli essenziali sono antiossidanti, e in quanto tali contrastano l’azione dei radicali liberi, supportano i meccanismi di riproduzione cellulare e contribuiscono a prevenire il cancro. Come tutti gli altri agrumi, infine, vanta un apporto calorico davvero basso e praticamente trascurabile. Nella ricetta della tartare di tonno, questo frutto viene trattato in modo particolare. La polpa va estratta quasi intera, tagliata a pezzetti e aggiunta alla farcitura. I calamondini privati di polpa, poi, fungono da impiattamento, un po’ come accade nelle ricette “in crosta”.
Il calamondino dal punto di vista botanico
Il calamondino ( citrus mitis ) o mandarino nano è un frutto dalla lunga storia, da sempre utilizzato in cucina (e non solo). Tuttavia, in Italia è poco consumato, in quanto soffre la concorrenza di agrumi certamente più succosi, ma dal gusto meno particolare. Il calamondino, da un punto di vista prettamente botanico, può essere considerato come un ibrido tra il mandarino e il kumquat.
Al grande pubblico, almeno in Europa, è però noto come “mandarino nano”, espressione che suggerisce le sue reali dimensioni, che in effetti sono piuttosto contenute. Non è un caso che il calamondino venga confuso con una bacca da chi non lo conosce o lo vede per la prima volta.
La pianta del calamondino è in realtà un arbusto di dimensioni non indifferenti, e infatti può raggiungere i 6 metri di altezza. Mal sopporta il freddo e i terreni poco irrigati, infatti cresce quasi esclusivamente nei climi tropicali e subtropicali.
Attualmente è coltivato soprattutto nelle Filippine e nel sudest asiatico. In Italia si segnalano alcune coltivazioni nella Sicilia meridionale. Il calamondino è una specie tutto sommato uniforme, sebbene si registrino alcune varietà. Esse, però, si distinguono soprattutto per l’aspetto della buccia sottile.
Abbastanza famoso è il calamondino “a strisce”, che presenta una buccia di color giallo e striata di colore verde. Mio marito è riuscito a coltivarlo in vaso e poi piantarlo in giardino e quando fiorisce ha dei fiori bianchi molto belli.
Le proprietà organolettiche e nutrizionali di questo agrume
Pur essendo un ibrido tra il mandarino e il kumquat, il calamondino assomiglia a quest’ultimo. Non tanto nell’aspetto, quanto nelle proprietà nutrizionali. Per esempio, a differenza della maggior parte degli agrumi, raramente presenta un sapore acre/acido.
Tuttavia, è abbastanza aspro, a tal punto da limitare il consumo a crudo, nella sua forma originale, specie se in grandi quantità. E’ anche piuttosto aromatico, e infatti viene impiegato anche come ornamento per i giardini o per la produzione di essenze.
I valori nutrizionali, invece, sono per la maggior parte quelli degli agrumi tradizionali. Il calamondino, così come il kumquat, il mandarino e l’arancia, è ricco di vitamina C, una sostanza che come tutti sanno stimola il sistema immunitario. Il calamondino è anche straordinariamente ricco di fibre, forse più degli altri agrumi.
Discorso simile per i sali minerali, soprattutto per quanto riguarda il potassio, presente in quantità davvero rilevanti. Si segnala, inoltre, una certa abbondanza di oli essenziali, che agiscono anche con funzione antiossidante. Del calamondino, infine, si apprezzano le proprietà antibatteriche e antinfiammatorie.
I tanti benefici della vitamina C
Anche il calamondino, così come tutti gli agrumi, abbonda di vitamina C. Vale la pena dunque soffermarsi su questa sostanza, descrivendone gli effetti sull’organismo. Tanto per cominciare la vitamina C rafforza il sistema immunitario. E’ un effetto noto, a tal punto che viene inserita nei farmaci finalizzati alla cura dei malanni stagionali. Da questo punto di vista compete con la vitamina D, che è più rara e più “potente”.
La vitamina C, tuttavia, facilita anche l’assorbimento del ferro. Non è un dettaglio di poco conto se si considera l’importanza che questa sostanza ricopre per i meccanismi di ossigenazione del sangue. Infine, la vitamina C esercita una funzione antiossidante. In virtù di ciò inibisce i radicali liberi, rende meno probabile la formazione del cancro e impatta positivamente sul ricambio cellulare. La vitamina C è presente soprattutto negli alimenti di origine vegetale, ma è molto abbondante soprattutto negli agrumi.
Il calamondino in cucina
Il calamondino può essere consumato come qualsiasi altro frutto, ovvero può essere semplicemente gustato nella sua forma originale a crudo. Rispetto al kumquat, con il quale è comunque strettamente imparentato, presenta una buccia più commestibile ma comunque coriacea, simile a quella del mandarino, che, in realtà, andrebbe rimossa.
Il calamondino è un frutto estremamente aromatico e profumato, e lo stesso si può dire delle sue foglie. Non stupisce, dunque, che venga utilizzato anche come ornamento per il giardino o come risorsa per creare essenze e profumi. Sotto questo aspetto, sostituisce degnamente il limone e il lime, gli agrumi che più degli altri vengono impiegati nella cosmetica.
Per quanto concerne gli usi in cucina, il calamondino è usato soprattutto in pasticceria. Da esso si ottiene un’aromatica marmellata, forse più aspra del solito, ma comunque “intensa” e gradevole al palato. Spesso lo si ritrova nei cocktail in sostituzione del lime, soprattutto quando si intende conferire alla bevanda una resa più intensa.
Ben attestata, poi, è la produzione di liquori e sciroppi a base di calamondino. In alcuni paesi del sudest Asiatico, e in particolare le Filippine, il calamondino è l’ingrediente principali di alcuni piatti tipici, come i “pancit”, ossia degli spaghettini al riso agrodolci. Occasionalmente, viene anche utilizzato per preparare delle salse.
Ricette con calamondino ne abbiamo? Certo che si!
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