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Il calamondino, un agrume poco conosciuto

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Tartare di tonno e calamondino
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette a basso contenuto di nichel
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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3.1/5 (7 Recensioni)

La tartare di tonno, finocchio e calamondino si inserisce nel solco degli antipasti gourmet. L’impiattamento è davvero particolare, e utilizza in modo creativo il calamondino. E’ particolare anche la lista degli ingredienti, che comprende proprio il calamondino, un frutto sconosciuto ai più ma che può regalare molte soddisfazioni.

Ricetta tartare di tonno, finocchio e calamondino

Preparazione Tartare di tonno

Per la preparazione delle tartare di tonno, finocchio e calamondino iniziate procurandovi un coltello ben affilato. Ora effettuate un taglio orizzontale, a due terzi di altezza, per eliminare la calotta superiore. Estraete e rimuovete l’interno dei frutti, cercando di non rovinare il resto. Poi sbucciate metà dei calamondini e fateli a pezzetti.

Ora pulite il finocchio rimuovendo le foglie esterne, poi fatelo a tocchetti simili ai pezzi di calamondino. Trasferite finocchi e calamondini in una ciotola ed aggiungeteci anche il tonno fatto a cubetti. Ora mettete la maggiorana, un po’ di pepe, un po’ di sale, l’olio extravergine di oliva e un po’ di succo di calamondino filtrato. Aiutandovi con un cucchiaino, farcite i calamondini e concludete chiudendo le calotte. Servite e buon appetito.

Ingredienti Tartare di tonno

  • 150 gr. di filetto tonno
  • 6 calamondini
  • 1/2 finocchio
  • un rametto di maggiorana
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • q. b. di sale e di pepe.

Tartare di tonno, finocchio e calamondino, un antipasto ricercato

Nella tartare di tonno, finocchio e calamondino la cottura è assente, dunque carne cruda ben condita. In questo caso, la tartare è di tonno, una specie ittica che si presta a questo procedimento.

Nello specifico, il tonno viene tagliato a cubetti e aggiunto agli altri ingredienti. Affinché la tartare riesca, è bene che il tonno sia di qualità e sufficientemente fresco. Solo in questo modo, tra l’altro, può esercitare tutte le sue proprietà benefiche, senza disperdere i suoi nutrienti.

Il riferimento, nella fattispecie, è alla presenza abbondante di sali minerali, in particolare di fosforo (che giova alle funzioni cognitive), nonché alle elevate concentrazioni di omega tre, un acido grasso che fa bene al cuore, al sistema nervoso centrale e alla vista. Che il tonno faccia ingrassare è solo una falsa convinzione, un pregiudizio dovuto alla diffusione del tonno sott’olio (in questo caso è l’olio a fare ingrassare). Il tonno al naturale, anzi, è ipocalorico. infatti si parla di circa 90 kcal per 100 grammi.

Gli insospettabili pregi del finocchio

Il finocchio ricopre un ruolo importante in questa tartare di tonno e calamondino. Col suo sapore leggero, ma allo stesso tempo aromatico, è in grado di contrastare l’acidità del calamondino, nonché il gusto decisamente più corposo del tonno crudo. Il finocchio va attentamente pulito, ossia mondato dalle foglie esterne, che risultano moto più tenere e delicate. Poi va tagliato a cubetti simili a quelli del calamondino.

Il finocchio non è solo buono e “utile” in cucina, è anche un ortaggio salutare. In primis, è tecnicamente privo di grassi, come dimostra anche il suo apporto calorico. Un etto di finocchio apporta, infatti, solo 9 kcal, praticamente un record nel mondo vegetale. Nondimeno, è ricco di nutrienti. Il riferimento è al potassio (molto abbondante), alla già citata vitamina C e ai flavonoidi, dei formidabili antiossidanti. Il finocchio ha proprietà depurative di gran lunga superiori alla media, a tal punto che vengono preparati infusi dedicati.

Cos’è il calamondino?

Molti di voi non conoscono il calamondino. Non c’è di cui stupirsi, stiamo parlando di un agrume “strano”, frutto della commistione tra il classico mandarino e il kumquat, quest’ultimo originario della Cina e poco conosciuto. Dal punto di vista organolettico, il calamondino assomiglia più al kumquat che al mandarino. Infatti, si caratterizza per una intrinseca dolcezza, e per la quasi totale assenza di note aspre (a differenza delle arance), quindi l’ideale per la nostra tartare di tonno e finocchio. Il calamondino ha anche una buccia liscia, sebbene non commestibile. Essa, però, con la sua texture così regolare, contribuisce a migliorare l’impatto visivo del frutto e, di conseguenza, delle ricette che lo vedono come protagonista.

Dal punto di vista nutrizionale, invece, si pone allo stesso livello degli altri agrumi. E’ per esempio ricco di vitamina C, che giova al sistema immunitario. E’ ricco anche di sali minerali, e in particolare di potassio. Il calamondino contiene molti oli essenziali, che svolgono alcune funzioni fondamentali per l’organismo. Tra l’altro, gli oli essenziali sono antiossidanti, e in quanto tali contrastano l’azione dei radicali liberi, supportano i meccanismi di riproduzione cellulare e contribuiscono a prevenire il cancro. Come tutti gli altri agrumi, infine, vanta un apporto calorico davvero basso e praticamente trascurabile. Nella ricetta della tartare di tonno, questo frutto viene trattato in modo particolare. La polpa va estratta quasi intera, tagliata a pezzetti e aggiunta alla farcitura. I calamondini privati di polpa, poi, fungono da impiattamento, un po’ come accade nelle ricette “in crosta”.

calamondino

Il calamondino dal punto di vista botanico

Il calamondino ( citrus mitis ) o mandarino nano è un frutto dalla lunga storia, da sempre utilizzato in cucina (e non solo). Tuttavia, in Italia è poco consumato, in quanto soffre la concorrenza di agrumi certamente più succosi, ma dal gusto meno particolare. Il calamondino, da un punto di vista prettamente botanico, può essere considerato come un ibrido tra il mandarino e il kumquat.

Al grande pubblico, almeno in Europa, è però noto come “mandarino nano”, espressione che suggerisce le sue reali dimensioni, che in effetti sono piuttosto contenute. Non è un caso che il calamondino venga confuso con una bacca da chi non lo conosce o lo vede per la prima volta.

La pianta del calamondino è in realtà un arbusto di dimensioni non indifferenti, e infatti può raggiungere i 6 metri di altezza. Mal sopporta il freddo e i terreni poco irrigati, infatti cresce quasi esclusivamente nei climi tropicali e subtropicali.

Attualmente è coltivato soprattutto nelle Filippine e nel sudest asiatico. In Italia si segnalano alcune coltivazioni nella Sicilia meridionale. Il calamondino è una specie tutto sommato uniforme, sebbene si registrino alcune varietà. Esse, però, si distinguono soprattutto per l’aspetto della buccia sottile.

Abbastanza famoso è il calamondino “a strisce”, che presenta una buccia di color giallo e striata di colore verde. Mio marito è riuscito a coltivarlo in vaso e poi piantarlo in giardino e quando fiorisce ha dei fiori bianchi molto belli.

Le proprietà organolettiche e nutrizionali di questo agrume

Pur essendo un ibrido tra il mandarino e il kumquat, il calamondino assomiglia a quest’ultimo. Non tanto nell’aspetto, quanto nelle proprietà nutrizionali. Per esempio, a differenza della maggior parte degli agrumi, raramente presenta un sapore acre/acido.

Tuttavia, è abbastanza aspro, a tal punto da limitare il consumo a crudo, nella sua forma originale, specie se in grandi quantità. E’ anche piuttosto aromatico, e infatti viene impiegato anche come ornamento per i giardini o per la produzione di essenze.

I valori nutrizionali, invece, sono per la maggior parte quelli degli agrumi tradizionali. Il calamondino, così come il kumquat, il mandarino e l’arancia, è ricco di vitamina C, una sostanza che come tutti sanno stimola il sistema immunitario. Il calamondino è anche straordinariamente ricco di fibre, forse più degli altri agrumi.

Discorso simile per i sali minerali, soprattutto per quanto riguarda il potassio, presente in quantità davvero rilevanti. Si segnala, inoltre, una certa abbondanza di oli essenziali, che agiscono anche con funzione antiossidante. Del calamondino, infine, si apprezzano le proprietà antibatteriche e antinfiammatorie.

I tanti benefici della vitamina C

Anche il calamondino, così come tutti gli agrumi, abbonda di vitamina C. Vale la pena dunque soffermarsi su questa sostanza, descrivendone gli effetti sull’organismo. Tanto per cominciare la vitamina C rafforza il sistema immunitario. E’ un effetto noto, a tal punto che viene inserita nei farmaci finalizzati alla cura dei malanni stagionali. Da questo punto di vista compete con la vitamina D, che è più rara e più “potente”.

La vitamina C, tuttavia, facilita anche l’assorbimento del ferro. Non è un dettaglio di poco conto se si considera l’importanza che questa sostanza ricopre per i meccanismi di ossigenazione del sangue. Infine, la vitamina C esercita una funzione antiossidante. In virtù di ciò inibisce i radicali liberi, rende meno probabile la formazione del cancro e impatta positivamente sul ricambio cellulare. La vitamina C è presente soprattutto negli alimenti di origine vegetale, ma è molto abbondante soprattutto negli agrumi.

Il calamondino in cucina

Il calamondino può essere consumato come qualsiasi altro frutto, ovvero può essere semplicemente gustato nella sua forma originale a crudo. Rispetto al kumquat, con il quale è comunque strettamente imparentato, presenta una buccia più commestibile ma comunque coriacea, simile a quella del mandarino, che, in realtà, andrebbe rimossa.

Il calamondino è un frutto estremamente aromatico e profumato, e lo stesso si può dire delle sue foglie. Non stupisce, dunque, che venga utilizzato anche come ornamento per il giardino o come risorsa per creare essenze e profumi. Sotto questo aspetto, sostituisce degnamente il limone e il lime, gli agrumi che più degli altri vengono impiegati nella cosmetica.

Per quanto concerne gli usi in cucina, il calamondino è usato soprattutto in pasticceria. Da esso si ottiene un’aromatica marmellata, forse più aspra del solito, ma comunque “intensa” e gradevole al palato. Spesso lo si ritrova nei cocktail in sostituzione del lime, soprattutto quando si intende conferire alla bevanda una resa più intensa.

Ben attestata, poi, è la produzione di liquori e sciroppi a base di calamondino. In alcuni paesi del sudest Asiatico, e in particolare le Filippine, il calamondino è l’ingrediente principali di alcuni piatti tipici, come i “pancit”, ossia degli spaghettini al riso agrodolci. Occasionalmente, viene anche utilizzato per preparare delle salse.

Ricette con calamondino ne abbiamo? Certo che si!

3.1/5 (7 Recensioni)
Riproduzione riservata

9 commenti su “Il calamondino, un agrume poco conosciuto

  • Gio 18 Mar 2021 | Marco ha detto:

    Ho 12 agrumi quasi tutti in terra, kumquat, limequat taveres, limequat eustis e 2 calamondini in vaso. Inizialmente di calamondini ne avevo comprati ben di piu’, e li ho regalati, perche’ per mangiarli, sono piu’ gradevoli i kumquat e i limequat. Ho persino sradicato e rimesso in vaso un calamondino. Errore gravissimo! Solo recentemente infatti ho fatto il liquore e la marmellata di tutte queste specie. Vi posso assicurare che, come liquore, il calamondino surclassa nettamente tutti , anche il limoncello che non produco ma ovviamente conosco. Anche come marmellata per me e’ la piu’ particolare, ma qui si entra nei gusti personali, ha un colore biondo bellissimo, e’ leggermente asprina/amarognola ma delicatamente. Ripeto, come liquore lo hanno assaggiato vari amici, e tutti concordano! Provate a produrre il liquore di calamondino a farete un figurone.

    • Gio 26 Gen 2023 | Amalia ha detto:

      Mi puoi dare là ricette della marmellata? Grazie

      • Ven 27 Gen 2023 | Tiziana Colombo ha detto:

        Amalia la trova navigando nel sito nella categoria conserve e marmellate

    • Gio 18 Gen 2024 | vincenzo ha detto:

      verissimo, io produco liquori e confetture di calamondino, no hanno paragoni con altre confetture e o liquori.

  • Mer 12 Mag 2021 | Michele ha detto:

    Vodka aI calamondino e al Kumquat
    Semplicissima e subito pronta.
    Tagliare a fettine sottili con un coltello sottile e ben affilato i piccoli agrumi interi con la buccia dopo averli ben lavati e asciugati.
    Togliere i semi e mettere in infusione nella vodka alla pesca, versando anche il succo agro che è rimasto sul tagliere.
    NON aggiungete zucchero, le vodke pesca o lemon ne hanno già abbastanza.
    Si può bere subito ma migliora via via che le fettine stanno in infusione.
    Servire fresco da frigo facendo scendere alcune fettine nel bicchiere, che sono gradevolissime.
    Allungare con acqua e ghiaccio per un long drink dissetante

  • Sab 23 Apr 2022 | Barbara ha detto:

    Come fa a piacervi il calamondino? Ho provato a morderne uno , sembrava di mangiare una CIMICE, oltre ad essere molto aspro .

    • Sab 23 Apr 2022 | Tiziana Colombo ha detto:

      Barbara a me piace molto e non ho avuto per nulla la sua sensazione. De gustibus

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