Mais Rostrato Rosso di Rovetta, una varietà pregiata
In questo spazio vorrei parlare del mais Rostrato Rosso di Rovetta, un prodotto tipico della nostra terra e che solo ora, dopo più di un secolo dalla sua selezione, sta conquistando l’attenzione che merita. Come tutte le colture del mais, infatti, quella del Rostrato Rosso di Rovetta ha rischiato di estinguersi per assenza di mercato, vista “l’invasione”, a partire dalla metà del Novecento, di varietà ibride e a basso costo. Eppure questa varietà è riuscita a sopravvivere e persino a prosperare.
Ricetta Polentina con mousse di tacchino e finocchio
Preparazione mais rostrato rosso di rovetta
In una pentola fate bollire l’acqua, quindi versate a pioggia la farina di mais mescolando velocemente con la frusta. Lasciate cuocere per 40/50 minuti circa, avendo cura di mescolare spesso per non fare attaccare il composto al fondo della pentola.
Nel frattempo cuocete il finocchio e il filetto di tacchino a vapore. Frullateli con l’olio. Servite la polentina morbida con la mousse di tacchino.
Utilizzando il nasello o il filetto di halibut al posto della carne di tacchino, potrete ottenere una pappa diversa ma ugualmente bilanciata dal punto di vista nutrizionale. Questi pesci, per il loro sapore delicato, vengono utilizzati durante lo svezza mento per abituare il bambino a nuovi gusti.
Ingredienti mais rostrato rosso di rovetta
- 1 lt di acqua
- 250 gr. di farina di mais Rostrato Rosso di Rovetta
- un pizzico di sale
- 160 gr. di filetto di tacchino
- 3 finocchi
- 4 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
Le origini del mais Rostrato Rosso di Rovetta
Il nome del mais Rostrato Rosso di Rovetta ne rivela l’origine. Questo tipo di mais è stato selezionato nei primi anni del secolo scorso dall’agronomo Tito Zapparoli, nel bergamasco (Rovetta è in provincia di Bergamo). E proprio nel bergamasco, e in particolare in Val Seriana, che si coltiva attualmente. Come già anticipato, questa tipologia di mais stava per essere perduta, complice la diffusione dei mais a basso costo e ad alta resa.
Tuttavia, a partire dai primi anni 2000, è stato oggetto di una non indifferente attività di riscoperta, per poi acquisire nel 2004 il marchio De.C.O., Denominazione Comunale d’Origine. Di conseguenza, questa varietà è stata iscritta nei Registri nazionali delle varietà da conservazione. Un’altra tappa importante è la fondazione dell’Associazione Rosso Mais, che si prefigge l’obiettivo di difendere e valorizzare questo tipo di mais (in Italia e nel mondo). Attualmente, il mais Rosso Rostrato di Rovetta gode di buona fama, ed è conosciuto e apprezzato da sempre più persone.
Perché questo tipo di mais è così buono?
Il Rostrato Rosso di Rovetta non è un mais come gli altri. Certo, ciascuna varietà ha le sue peculiarità, ma questa presenta elementi davvero particolari e insoliti. A partire dal colore, che corrisponde a tonalità che possono andare dal granata al giallo ramato. Anche per dimensioni il Rostrato Rosso di Rovetta si fa notare: la spiga, a differenza del mais giallo cui siamo abituati, è molto lunga e sottile, quasi affusolata.
Un’altra caratteristica singolare è la forma dei chicchi. Questi presentano una superficie leggermente appuntita (la “punta” in gergo è detta rostro). I chicchi, poi, sono molto piccoli e dall’aspetto vitreo. Quest’ultimo particolare rende le spighe anche belle da vedere, quasi lucenti. Il mais Rostrato Rosso di Rovetta può essere mangiato intero, proprio come il mais giallo (previa abbondante cottura), ma viene impiegato soprattutto per realizzare una versatile e interessante farina. La caratteristiche principali di questa farina è la sua composizione: viene realizzata con tutte le parti del chicco, compreso anche il germe.
Per quanto riguarda il gusto, e prendendo come esempio il mais consumato per intero (non trasformato in farina), si rileva un sapore molto particolare. Da un lato, esso è simile a quello del mais giallo, da cui tra l’altro deriva. Dall’altro propone note e sentori ancora più forti, che lo rendono un alimento dalla grande personalità.
Le applicazioni del mais Rostrato Rosso di Rovetta
Oltre al consumo per intero, l’applicazione naturale del mais Rostrato Rosso di Rovetta è la trasformazione in farina, magari da cucinare a mo’ di polenta. E’ una farina particolare, a partire dall’aspetto. Mentre la quasi totalità delle farine è bianca, questa si caratterizza per un elegante giallo ramato, a tratti piuttosto brillante, che ovviamente incide sull’aspetto finale sia della polenta che dei prodotti da panificazione. Questo mais infatti può essere impiegato per produrre pane, biscotti, gallette, piade etc.
Le proprietà nutrizionali sono eccellenti, soprattutto in riferimento ai sali minerali. Il mais Rostrato Rosso di Rovetta, poi, è del tutto privo di glutine, il ché lo rende perfetto per gli intolleranti a questa sostanza e i celiaci. Stesso discorso per i diabetici, dal momento che l’indice glicemico è molto basso. Per il resto, proprio come tutte le farine, si segnala una concentrazione elevata di carboidrati e una presenza meno imponente di proteine. Tuttavia, nella veste di fonte proteica, se la cava più o meno come le altre farine integrali e molto meglio delle farine bianche.
La polenta, il piatto ideale per questa varietà di mais
Ovviamente, l’applicazione principale del mais Rostrato Rosso di Rovetta è la trasformazione in polenta. Non c’è stupirsi, infatti è il genere di alimenti che si presta a questa preparazione, e inoltre il prodotto è tipico del bergamasco, teatro di una cultura gastronomica che conferisce una straordinaria importanza alla polenta.
E’ una polenta con mousse di tacchino e finocchio. La ricetta è semplice ed è tesa a valorizzare la polenta, che è appunto realizzata con questa preziosa varietà di mais. La mousse, infatti, viene poggiata sopra la polenta cotta normalmente, secondo il metodo tradizionale e senza il contributo di cibi potenzialmente coprenti. Tra parentesi, la mousse può essere preparata in due modi: o frullando il tacchino (cotto ovviamente) e il finocchio, oppure frullando il finocchio con il nasello.
Per un pranzo ricco e raffinato
La polentina con mousse di tacchino e finocchio è un piatto unico e ricco di gusto, che presenta un’associazione di sapori molto particolare. La freschezza del finocchio va infatti ad alleggerire la mousse di tacchino, insaporendo la pietanza e dando vita ad una combinazione di alimenti capaci di esaltare le papille gustative.
Non è affatto difficile cucinare e gli ingredienti sono tutti facilmente reperibili e di facile cottura. Sicuramente, presentando questo favoloso piatto, potrete fare una bellissima figura a tavola!
Una perfetta combinazione di sapori e potenzialità…
La polenta, si sa, è stata spesso considerata un piatto povero. Con il tempo, però, si è scoperto che è capace di abbracciare i più svariati condimenti, in modo da rendere sempre variegato il suo utilizzo. Perciò, le ricette che la riguardano sono divenute tantissime.
Nel piatto di oggi, si sposa perfettamente con il sapore del tacchino e del finocchio. Naturalmente, possiamo dire lo stesso anche per quanto riguarda le proprietà nutrizionali che si completano tra loro proponendoci un secondo, un antipasto o un piatto unico davvero speciale e nutriente.
Nella ricetta della polentina con mousse di tacchino e finocchio, troviamo un ortaggio dalle innumerevoli potenzialità: è leggero, ipocalorico, digestivo, antiossidante, depurativo, idratante e protettivo nei confronti dell’apparato gastrointestinale.
Il finocchio si occupa di alleggerire il carico del fegato depurando il sangue, allevia il mal di pancia e i gonfiori addominali. Questo alimento è perfetto anche in cucina, in quanto ha la capacità di influenzare le papille gustative, rendendo tutto più dolce.
Questa proprietà si sposa bene con la presenza del tacchino e con il suo sapore. Questa carne bianca fa parte di quelle magre, è ricca di proteine e di vitamine molto importanti per il nostro organismo. Ci aiuta a rinforzare i muscoli e ci sazia, dando a questa pietanza un tocco vivace e corposo, insaporendo e stuzzicando il palato degli avventori.
La farina di mais oltre ad avere poche proteine e ad essere ricca di amido, non è adatta alla panificazione. In compenso è adatta nella cucina di soggetti celiaci e si rivela l’ingrediente perfetto per la polentina con mousse di tacchino e finocchio. Buon appetito!
Ricette polenta ne abbiamo? Certo che si!
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