Alla scoperta del Giappone con il Fruit sando
Fruit sando, un modo creativo per consumare la frutta
Il fruit sando è un dolce della cucina giapponese che incarna appieno i dettami della tradizione nipponica in quanto è molto leggero, colorato e bello da vedere. E’ anche molto semplice da realizzare, d’altronde si tratta di un sandwich a base di frutta variegata e ben condito da una farcitura al sapore di panna. Come base si utilizza del normale pane per tramezzino, ma può essere impiegato un altro tipo di pane a propria scelta.
Il fruit sando è perfetto come merenda dolce accompagnata da un buon succo di frutta. Può essere impiegato anche come colazione, almeno da chi è abituato ad una dieta mediterranea. La colazione giapponese, infatti, è salata benché mantenga un carattere di leggerezza e genuinità.
Il fruit sando, entro certi limiti, è anche personalizzabile. Di base si può utilizzare la frutta che più si preferisce, da disporre secondo motivi a propria scelta in modo creativo.
Ricetta Fruit sando
Preparazione Fruit sando
Per preparare i fruit sando procedete come segue.
- Montate la panna fresca con una frusta elettrica.
- Incorporate il mascarpone e lo zucchero, continuando a montare.
- Unite un po’ di rum e mescolate con movimenti delicati dal basso verso l’alto.
- Lavate la frutta e asciugatela con della carta da cucina. Poi rimuovete i torsoli dalle fragole, pelate il kiwi e sbucciate il mandarino.
- Spalmate un cucchiaio di composto alla panna su entrambi i lati di ogni fetta di pane.
- Poi distribuite la frutta sulla superficie di ciascuna fetta di pane, riproducendo il motivo desiderato. Mi raccomando, le fragole e mirtilli devono essere interi, mentre il kiwi e mandarini devono essere tagliati in due.
- Ora spalmate altro composto sulla frutta e sui lati.
- Applicate altre fette di pane per chiudere e formate così dei sandwich.
- Coprite i tramezzini con la pellicola alimentare.
- Infine, conservate in frigo per almeno tre ore (meglio se per tutta la notte).
- Tagliate i sandwich in due e poi diagonalmente, in modo da formare dei triangoli. Ad ogni taglio, ripulite il coltello in modo da non sporcare gli altri sandwich.
Ingredienti Fruit sando
- 1 confezione di pane bianco per tramezzini consentito
- 300 ml. di panna fresca da montare consentita
- 100 gr di mascarpone consentito
- 1 cucchiaio di rum (facoltativo)
- 70 gr. di zucchero a velo
- 1 mandarino
- 1 kiwi
- q. b. di fragole e di mirtilli.
La ricetta del fruit sando lascia spazio alla creatività, nonché un ampio margine di discrezione nella scelta della frutta. Io in genere preferisco abbondare, sicché vi propongo una selezione di kiwi, mandarini e fragole, che formano un buon mix, sia a livello di sapore che di colore. Inoltre, esprimono tonalità varie che vanno dal rosso acceso all’arancione, passando per il verde brillante. Per quanto concerne il gusto, si fanno apprezzare per le note ora acidule e ora dolci.
Kiwi, mandarini e fragole forniscono poi molti principi nutritivi. Apportano in misura variabile la vitamina C, una sostanza preziosa per il sistema immunitario e in grado di favorire l’assorbimento del ferro. Contengono anche tanto potassio, che regolarizza la pressione.
Non mancano poi gli antiossidanti, come il betacarotene nel mandrino e le luteine nella fragole. Il betacarotene favorisce l’assorbimento della vitamina A ed è essenziale per la vista, mentre le luteine giovano alla circolazione e aiutano a prevenire il cancro. Infine, fragole, kiwi e mandarini hanno un apporto calorico ridotto: nella peggiore delle ipotesi sfiorano le 40 kcal per 100 grammi.
Il mascarpone fa male?
Il frui sando è un dolce leggero ma dotato di una ricca farcitura composta da una montata di panna, a cui si aggiunge lo zucchero e il mascarpone. Proprio quest’ultimo potrebbe far storcere il naso ai più salutisti visto che gode di una pessima reputazione, in quanto è considerato troppo grasso e sostanzialmente povero di nutrienti. In realtà il mascarpone non supera le 450 kcal, un valore non lontano da quello dei derivati del latte considerati “nobili”, come il Parmigiano e il Grana.
Inoltre è buono e rende più appetitose le creme in cui viene integrato, proprio per questo è un ottimo ingrediente di supporto. In questo caso il mascarpone impreziosisce la panna con i suoi sentori di latte e lievemente aciduli, che ricordano il limone.
Il mascarpone è infine quasi privo di lattosio, un dettaglio non di poco conto se si considera che è comunque un derivato del latte.
Una ricetta per chi soffre di intolleranze alimentari?
A questo punto una domanda sorge spontanea: il fruit sando è compatibile con chi soffre di intolleranze alimentari? Partiamo dall’intolleranza al lattosio. Il mascarpone è quasi del tutto privo di questa sostanza, ma bisogna fare i conti con la panna che è ricca di lattosio.
Per ovviare al problema basta utilizzare una panna delattosata, che è facile reperire nei supermercati. Il sapore di questo prodotto è quasi identico all’originale, sebbene presenti delle note più dolciastre. Il gusto leggermente più dolce è dovuto al processo di rimozione del lattosio, che viene ottenuto con l’integrazione di un enzima che scinde la sostanza in due zuccheri semplici.
Cosa dire invece della celiachia? Anche in questo caso il semaforo è “giallo”, in quanto il pane bianco per tramezzino è di norma realizzato con la farina comune. Per fortuna sono in commercio varianti realizzate con farine alternative. In questo caso la scelta è davvero abbondante, si va dall’accoppiata riso-mais, che tende a replicare il sapore del grano, ad alternative più esotiche. Gli amanti dei sapori rustici optano per delle fette di pane realizzato con il grano saraceno, che è ricco di fibre.
Invece, gli amanti dei sapori più borderline apprezzano il teff, che esprime un leggero sentore di nocciola. Non mancano poi alternative più esotiche, come l’amaranto e la quinoa.
La Gastronomia orientale, la sua vera essenza oltre il sushi
Un viaggio alla scoperta del Giappone, tra gastronomia e cultura orientali. Un viaggio non solo culinario ma anche esplorativo, di una terra lontana e tutta da conoscere. Mi sono appassionata un sacco ai piatti che ho assaggiato, mi hanno stupito e fatto ricredere. E poi ho girato tra i mercati locali, che meraviglia!
Sono molto curiosa quando si parla di cucina, lo sapete bene. E se si tratta della gastronomia orientale, molto lontana dalla nostra, l’interesse aumenta. La tradizione giapponese è molto più complessa e sofisticata di quello che si crede, la sua essenza va oltre il semplice e troppo nominato sushi. C’è tutta una filosofia che vi ruota attorno, delle regole e dei principi base che vengono quasi venerati. Noi europei spesso crediamo di sapere molto, ma in realtà conosciamo troppo poco sul Giappone. Se vi piace questo mondo, fate come me un giro in questi luoghi e scoprirete un universo gustativo e non fantastico.
Kanazawa tra giardini, geishe e samurai
Kanazawa, la cittadina dei giardini, delle geishe e dei samurai. Una giornata eccezionale nella quale mi sono immersa nella vera essenza giapponese. E non mi riferisco solo alla cucina ma anche ai modi di fare e all’organizzazione locale. Qui le file si rispettano! Viaggio in treno, simile ad un vero salotto, all’insegna dell’ordine, della pulizia e del rispetto. A disposizione dei viaggiatori, inoltre, anche la stanza riservata alle persone che nel viaggio potrebbero non sentirsi bene.
La mattinata è iniziata all’Omi-cho Market, un importante mercato del pesce della zona ricco di colori e sapori, tutti freschissimi. Ho guardato e scrutato nei minimi dettagli ogni cosa perché c’è sempre da imparare! Nel pomeriggio, invece, visita al Giardino di Kenrokuen, considerato tra i più belli di tutto il Paese nel quale nulla è lasciato al caso. Eleganza, cura e armonia delle forme lasciano d’incanto tutti. E poi sosta alla villa Seisonkaku, legata alla famiglia Maeda, vero gioiello seicentesco ed infine alla casa del tè Shiguretei, un luogo a dir poco suggestivo.
A Kanazawa tra gusto e contemplazione
A Kanazawa non sono mancate le esperienze gustative. Nuovi tasselli di un viaggio che tappa dopo tappa mi sorprende sempre di più, dal punto di vista gustativo e non solo. Nella casa del tè Shiguretei abbiamo assaggiato un ottimo te matcha, il tè verde giapponese dalle grandi proprietà antiossidanti, decisamente superiore alle altre varietà di tè, accompagnato da un cremino di fagioli azuki. Il tutto in perfetto relax sul tatami. Un posto dove riflettere e rigenerarsi.
E poi di nuovo in strada per macinare passi alla scoperta del Giappone. Sosta in una delle zone più affascinati della cittadina giapponese, Cha-ya Machi, il quartiere delle arti, dove musica, canto e danza pervadono ogni angolo. Molte le abitazioni delle geishe, le case da te e non solo… Ho assaggiato anche il famoso gelato con la foglia d’oro, una vera chicca in questa zona e il Fruit Sando.
Ricette giapponesi ne abbiamo? Certo che si!
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