
Cugnà o Cognà , un’ottima idea da preparare in casa

La magia della cognà: una tradizione piemontese da riscoprire
Tra le meraviglie culinarie del Piemonte, c’è un tesoro che aspetta di essere riscoperto: la Cognà, o come viene affettuosamente chiamata, la Cugnà. Nonostante il suo nome possa suonare esotico per alcuni, questa prelibatezza ha radici profonde nella tradizione gastronomica della regione.
Conosciuta anche come “mostarda d’uva piemontese“, la Cugnà è una dolcezza densa, ricca e avvolgente, realizzata principalmente a base di uva. Ora, mentre molti di noi potrebbero essere tentati di saltare la preparazione di questo piatto a causa del suo lungo tempo di preparazione, vi invito a riflettere per un attimo. Come molte delle migliori cose della vita, anche la Cugnà richiede pazienza, dedizione e amore. E, proprio come in tutte le cose fatte con cuore, il risultato finale sarà qualcosa di veramente speciale.
Ma cosa rende la Cugnà così unica? La risposta sta nella sua trasformazione. Dall’uva matura e dolce, attraverso ore di lenta cottura, si ottiene una confettura densa e profumata, che racchiude tutto il sapore e la tradizione del Piemonte. Ogni cucchiaio di Cugnà è un’esplosione di sapore, un connubio perfetto di dolcezza, consistenza e tradizione.
Quindi, anche se la tentazione di prendere una scorciatoia potrebbe essere forte, vi esorto a dedicare il tempo necessario a questo piatto. La ricompensa sarà un’esperienza gustativa che vi trasporterà direttamente nel cuore del Piemonte, facendovi assaporare un pezzo della sua ricca storia e cultura. E, una volta che avrete assaggiato la vostra Cugnà fatta in casa, ogni momento trascorso in cucina vi sembrerà un piccolo prezzo da pagare per un gusto così divino.
Ricetta Cugnà piemontese
Preparazione Cugnà o Cognà
- Come fare la cugnà? Pigiate l’uva e filtrate il mosto che ottenete con un setaccio a maglie finissime. Sgusciate le nocciole e le noci.
- Versatelo in una pentola capiente e fatelo sobbollire a fuoco moderato, schiumandolo di tanto in tanto con la schiumarola, fino a che si riduce a circa metà del suo volume.
- Aggiungete quindi le mele e le pere tagliate a pezzi, i fichi tagliati a metà e le scorze.
- Continuate la cottura per almeno due ore e, verso la fine, aggiungete le nocciole precedentemente tostate su piastra rovente e pestate nel mortaio, i gherigli di noce spezzati, i chiodi di garofano e la cannella.
- Versate la cognà ancora calda nei barattoli di vetro a chiusura ermetica e richiudete subito.
- Riponeteli nella dispensa.
Ingredienti Cugnà o Cognà
- 2 kg e mezzo di uva Dolcetto (oppure uva Nebbiolo o uva Barbera)
- 1 kg di pere Madernassa (se non le trovate vanno bene anche le Martin Sec)
- 250 gr di mele renette
- 250 gr di mele cotogne
- 250 gr di fichi
- 200 gr di nocciole
- 50 gr di gherigli di noce
- 1 cucchiaino di scorze d’arance secche
- 1 cucchiaino di scorze di limone
- 1 cucchiaino di scorze interne di melone
- qualche chiodo di garofano
- 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
La Cognà: delizia autunnale dalle antiche tradizioni piemontesi
Le tradizioni culinarie hanno il potere di raccontare storie, di trasportarci in luoghi e tempi lontani, di ricordarci sapori d’infanzia e di farci scoprire nuove sorprendenti sinfonie di gusti. Una di queste tradizioni, custodita gelosamente tra le colline delle Langhe in Piemonte, è quella della Cognà (pronunciata “Cugnà”).
Questa preparazione, che si pone a metà strada tra una confettura e una mostarda, è un autentico tesoro del patrimonio gastronomico piemontese. La sua origine risale a tempi antichi, quando, con l’arrivo dell’autunno, si cercava di conservare i frutti della stagione in modo da poterli gustare durante i freddi mesi invernali.
Il cuore della cognà è l’uva, spesso abbinata a mele (sia la mela cotogna che la mela renetta), pere, fichi e, per un tocco di croccantezza, frutta secca. Non mancano poi albicocche secche, aromi avvolgenti come la cannella e i chiodi di garofano e, naturalmente, una spruzzata di zucchero per equilibrare e esaltare tutti i sapori.
La preparazione della Cugnà o Cognà è un rituale: gli ingredienti vengono delicatamente cotti insieme per diverse ore, finché non raggiungono una consistenza densa e vellutata. Il risultato? Una delizia autunnale che racchiude tutti i profumi e i sapori della stagione.
Oltre alla tradizione, un altro aspetto degno di nota della cognà è la sua versatilità. Questa golosità senza glutine e lattosio è perfetta per arricchire una tavola festiva. Immaginate una fetta di carne tenera di bollito misto alla piemontese, avvolta dalla dolcezza della cognà, o un pezzo di formaggio stagionato che si scioglie in bocca insieme a questa delizia. E se siete amanti della sperimentazione, non esitate a utilizzarla come topping per i vostri piatti preferiti, trasformando ogni assaggio in un’esperienza memorabile.
E’ più di una semplice preparazione culinaria. È un tuffo nel passato, un abbraccio caldo e avvolgente, un viaggio tra i sapori autunnali del Piemonte. E, una volta assaporata, sarà difficile resistere al suo richiamo.
Le radici della Cugnà o Cognà: un viaggio nel tempo
La Cugnà o Cognà, con il suo sapore avvolgente e ricco, non è solo una deliziosa preparazione culinaria, ma rappresenta una vera e propria testimonianza storica della tradizione piemontese. Ma da dove nasce questa prelibatezza e quali sono le sue radici?
Il Piemonte è una terra ricca di storia, dove ogni paese, ogni collina, ha una storia da raccontare. La Cognà affonda le sue radici in tempi molto antichi, quando la conservazione degli alimenti rappresentava una necessità piuttosto che una scelta. Le famiglie contadine, per sfruttare al meglio le risorse offerte dalla natura, cercavano metodi per conservare la frutta raccolta durante la stagione estiva e autunnale, assicurandosi cibi prelibati anche durante i mesi invernali.
Proprio in questo contesto nasce la Cognà. L’uva, protagonista di questa preparazione, rappresentava uno degli alimenti principali per le popolazioni piemontesi. Le viti erano coltivate in abbondanza nelle colline delle Langhe, e alla fine della vendemmia, dopo aver messo da parte l’uva destinata alla vinificazione, si cercava un modo per utilizzare quella rimanente. La soluzione? Unire l’uva con altre delizie della stagione, come mele, pere e fichi, e trasformarla in una confettura ricca e densa.
Oltre alla necessità di conservazione, ha una forte connotazione simbolica. Era usanza, infatti, preparare questa mostarda durante le festività autunnali, in particolare in occasione della festa dei morti. In questo contesto, assumeva un valore votivo e propiziatorio, offerta in onore degli antenati.
Con il passare degli anni, ha attraversato trasformazioni e variazioni, mantenendo però inalterata la sua essenza. Ancora oggi, nelle case delle famiglie piemontesi, la preparazione della Cugnà è un rituale che unisce generazioni, un momento di condivisione e di memoria.
A tavola con la Cugnà o Cognà ricetta originale
In un’era dominata dalla frenesia e dai cibi precotti, prendersi il tempo di preparare un piatto tradizionale come la dognà è come fare un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta delle antiche tradizioni culinarie italiane. Questa ricetta rappresenta molto di più di una semplice confettura: è un frammento dell’anima piemontese, un retaggio di tempi in cui ogni ingrediente era selezionato con cura e dove ogni preparazione nasceva dal cuore.
Optare per la preparazione della cognà in casa significa regalarsi un momento di autenticità. Scegliendo ingredienti genuini e biologici, si avrà la certezza di portare in tavola un prodotto ricco di nutrimenti e di sapore. E, come bonus, è anche una prelibatezza che sa conquistare i più piccoli! Una dolcezza che unisce generazioni diverse sotto il segno del gusto.
Quando avrete davanti a voi il vostro vasetto di Cugnà, sentirete la soddisfazione di aver creato qualcosa di speciale. Sarà il protagonista indiscusso delle vostre tavole, perfetto da abbinare in molteplici modi: dalla carne ai formaggi, dalla colazione all’aperitivo. La sua versatilità e il suo sapore unico la rendono perfetta per ogni occasione.
La mia avventura nella realizzazione di questa ricetta ha seguito i consigli e le indicazioni di un sito dedicato alle Langhe, ma sono sempre aperta a suggerimenti e varianti. Dopotutto, la bellezza della cucina tradizionale risiede anche nella continua evoluzione e sperimentazione. Quindi, se avete segreti o consigli da condividere sulla cognà, sono tutta orecchie!
Ricette per utilizzare la Cugnà ne abbiamo? Certo che si!
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