Sintomi e disagi delle intolleranze alimentari: scopriamoli
La mia storia sulle intolleranze alimentari
Per anni ho combattuto in prima persona i sintomi e disagi procurati delle intolleranze alimentari senza trovare la causa. Ero stressata! Avevo sintomi che il medico condotto (e non solo…) non è mai riuscito a identificare e diagnosticare. Emicranie, asma, disturbi gastrointestinali, problemi cutanei: tutti sintomi delle intolleranze alimentari che è importante imparare a conoscere e riconoscere.
Il crollo l’ho avuto quando ho cominciato ad avere problemi di ciclo mestruale, secchezza vaginale, sudorazione notturna, vampate di calore. Pensavano che erano tutti sintomi della menopausa precoce, in realtà avevo più o meno 40 anni. Le hanno pensate tutte ma non capivano. Hanno diagnosticato l’endometriosi nonostate i 3 figli. A 48 mi sono decisa a fare l’isterectomia per togliere il problema. Ma anche il post menopausa ha dimostrato che il problema non era quello ed ero di nuovo al punto di partenza.
In questo post, vorrei mettere a disposizione di tutti l’esperienza personale e quella dei tanti medici specialistici con cui negli anni mi sono confrontata, approfondendo i sintomi e disagi arrecati dati da intolleranze alimentari: scopriamoli insieme!
I sintomi e disagi delle intolleranze: caratteristiche generali
I sintomi e i disagi delle intolleranze alimentari sono essenzialmente gli stessi di cui soffrono gli allergici, con queste differenze:
- si manifestano cronicamente
- si presentano in maniera meno evidente
- sono meno acuti
Solitamente i sintomi si cominciano ad affacciare mezz’ora dopo il pasto e, in alcuni casi, possono prolungarsi fino a 48 ore dopo: conosciamoli nel dettaglio..
1. Disturbi dell’apparato digestivo
A questa categoria appartengono molti sintomi: pancia gonfia (meteorismo), colite e stitichezza a livello intestinale tra i tanti. Si potrebbero verificare anche fenomeni sintomi più acuti che interessano nello specifico lo stomaco come il reflusso gastroesofageo, gastrite o anche inappetenza ed eccessivo appetito.
2. Problemi cutanei
Le eruzioni cutanee in generale, tra le quali l’acne che conosciamo tutti, sono tra i sintomi più diffusi di chi soffre di intolleranze alimentari. Si verificano però altrettanto spesso eczemi, dermatiti, orticaria e prurito.
3. Disturbi respiratori
Congestioni nasali frequenti, sinusiti e in alcuni casi anche bronchiti e difficoltà a respirare sono solo alcune dei disturbi respiratori causati dalle intolleranze alimentari.
4. Emicranie frequenti e stanchezza
Dopo aver consumato i pasti, se sistematicamente soffri di emicranie , mal di testa o cefalee oppure fai un enorme fatica a concentrarti e hai sonnolenza potresti essere intollerante a qualche alimento. Fanno parte di questa categoria anche diversi disagi emotivi, come frequenti stati d’ansia e malumore.
5. Dolori ossei e muscolari
Soffri di artrite, crampi e hai spesso delle piccole contrazioni involontarie dei muscoli? Tutto ciò potrebbe essere causato da una intolleranza alimentare.
6. Sintomi cardiaci e malattie autoimmuni
Fanno parte di questa categoria contrazioni cardiache non regolari (extrasistole), tachicardia e palpitazioni. Altrettanto frequenti sono invece i casi di malattie autoimmuni, ovvero tutte quelle patologie al quale il nostro organismo non riesce a contrastare come la psioriasi o l’artride reumatoide.
7. Disturbi genito-urinari
In alcuni casi le intolleranze alimentari possono causare cistiti, candidasi e addirittura anche difficoltà di concepimento.
8. Difficoltà a perdere peso
Può capitare che nonostante osservi una rigida dieta alimentare, l’ago della bilancia non ne vuole proprio sapere di scendere: se sei intollerante ad un determinato nutriente che nella tua dieta dimagrante è compreso, può accadere di non riuscire a perdere peso.
I sintomi delle intolleranze e un test per scoprirle
Tutte questi sintomi così diversi in realtà hanno in comune un’unica causa: l’infiammazione da cibo. Infatti quando mangiamo un alimento al quale siamo intolleranti, il nostro organismo riconosce quest’ultimo come una minaccia e difendendosi, innesca questi sintomi.
Intolleranze e sensibilità alimentari sono condizioni che affliggono una percentuale molto alta della popolazione. In alcuni casi, compromettono la qualità per la vita, vuoi per una sintomatologia che può raggiungere livelli di gravità elevati, vuoi per l’obbligo di evitare alcuni alimenti. Un rischio è dato anche dalla natura dei sintomi, che sono spesso aspecifici, ovvero riconducibili a molte patologie. Sicché, prima di riconoscere l’intolleranza o la sensibilità, dal momento che queste vengono frequentemente scambiate per molto altro, passa parecchio tempo.
Pensiamo alla celiachia. I casi sono aumentati esponenzialmente negli ultimi anni. Tuttavia, è una semplice illusione ottica. Ad essere aumentata,è la capacità di riconoscere il disturbo, e quindi la rapidità con cui tale fenomeno è emerso. Ciò significa che in passato la celiachia non era curata, il paziente – gestito in malo modo – continuava a soffrire di una sintomatologia spesso grave. Ciò che accadeva in passato con la celiachia accade oggi con intolleranze e sensibilità meno conosciute, o semplicemente più difficili da diagnosticare. Da qui, la necessità di tenere gli occhi sempre aperti, e rivolgersi a personalità competenti ogni qual volta si lamentano sintomi sospetti.
Le più diffuse intolleranze e sensibilità alimentari
Le più diffuse intolleranze e sensibilità alimentari riguardano il glutine e il lattosio. La celiachia è un disturbo di una certa gravità, di origine genetica, tuttavia anche le “semplici” intolleranze e sensibilità possono causare conseguenze negative, sebbene queste raramente producano danni a lungo termine e irreparabili. L’intolleranza al lattosio, però, è ancora più diffusa. Secondo studi clinici, nell’Europa Occidentale circa il 40% della popolazione ne è affetto, mentre in Asia le percentuali sono addirittura superiori. Intolleranza / sensibilità al glutine e al lattosio sono condizioni come minimo fastidiose per un semplice motivo: il glutine e il lattosio si trovano un po’ dappertutto. Anzi, fanno parte a pieno titolo dei regimi alimentari occidentali.
Anche in questo caso, però, occorre guardare al fenomeno dalla giusta prospettiva. Glutine e lattosio, infatti, non sono le uniche sostanze che possono essere oggetto di intolleranze e sensibilità. Alcuni individui lamentano un cattivo assorbimento di caffeina, alcol, persino sale. Vista la scarsa diffusione, o una poco diffusa conoscenza al riguardo, spesso la sintomatologia viene ignorata, con conseguente calo del tenore di vita. La sintomatologia, poi, è la più varia. Se le intolleranze classiche, ovvero quella al glutine e al lattosio, causano sintomi gastrointestinali, negli altri casi i sintomi assumono una dimensione sistemica e quindi fortemente aspecifica (mal di testa, affaticamento, aumento della pressione).
Come riconoscere intolleranze e sensibilità, e vivere felici
Il primo passo per migliorare il proprio tenore di vita, se si lamentano sintomi di questo tipo, è verificare quali allergie e intolleranze abbiamo. Il secondo passo consiste nell’adeguare la dieta. L’approccio, sia chiaro, non è necessariamente punitivo: basta sapere quali alimenti cucinare e come cucinarli. Qui su Nonnapaperina.it ti presento molte ricette squisite adatte anche a chi soffre di sensibilità e intolleranze alimentari.
Ad ogni modo, rivolgetevi a centri specializzati se sospettate una condizione di intolleranza e sensibilità, anche perché il Sistema Sanitario Nazionale, eccetto rari casi, non se ne occupa.
Il decalogo Adi: Ass.It. di Dietetica e Nutrizione Clinica
Chi soffre di intolleranze o di allergie alimentari sa quanto siano temi delicati. Eppure, da diversi anni, sono stati messi in commercio dei falsi test che dovrebbero indicare la presenza di queste patologie ma che in realtà non fanno altro che allarmare i cittadini e provocare danni alla loro salute.
Per questo, l’Associazione italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (Adi) ha stilato un decalogo per aiutare le persone a evitare di essere vittime di queste bufale. Questa lista è stata convalidata anche dal Ministero della Salute ed è interamente disponibile sul sito web dottore, ma è vero che…?
I rischi dei falsi test e delle diete fai da te
La prima regola del decalogo ricorda che le intolleranze alimentari non sono la causa di sovrappeso e di obesità che invece sono solitamente causate da uno stile di vita poco sano. La seconda, la terza e la quarta regola ricordano che, se si ha il timore di soffrire di allergie o intolleranze alimentari, per evitare di cadere nella trappola dei test falsi, è preferibile rivolgersi al proprio medico che sarà in grado di indicarci lo specialista competente. Non accettate, dunque, test che non siano scientificamente attendibili o che siano proposti da falsi esperti.
Se non si ha la certezza di soffrire di intolleranze, secondo la regola numero 5, è assolutamente controproducente eliminare alimenti che pensiamo possano essere negativi per la nostra salute. Al contrario, si rischierebbe di non consumare tutti i nutrienti necessari e di rischiare, come nel caso dei bambini, di soffrire di malnutrizione e di scarsa crescita. La dieta, ricorda la regola numero 6, dev’essere prescritta e gestita da un professionista competente.
A chi rivolgersi?
Proprio a causa dell’importanza di una dieta sana ed equilibrata, dunque, è inutile, se non controproducente, decidere da soli di eliminare il glutine o latte e derivati dalla propria dieta, se non sono state diagnosticate intolleranze o allergie a queste sostanze, secondo le regole sette e otto del decalogo. Per terminare, l’Adi ricorda ai cittadini a chi rivolgersi per ricevere una corretta diagnosi.
La risposta è semplice: al medico o a uno specialista, come un allergologo o un pediatra. L’ultima regola è imprescindibile: non utilizzare internet per diagnosi e terapia. Nessun sito, blog o rete sociale può assolutamente sostituire le competenze e la responsabilità del medico.
Il giusto approccio mentale alle intolleranze alimentari
Il giusto approccio mentale alle intolleranze alimentari può influenzare significativamente la qualità della vita delle persone coinvolte. Pertanto, oltre a consigli pratici, è fondamentale considerare anche gli aspetti psicologici e comportamentali.
Per coloro che soffrono di intolleranze alimentari, è importante affrontare questa sfida con un atteggiamento positivo e proattivo. Piuttosto che vederla come una limitazione, potete considerarla come un’opportunità per esplorare nuovi orizzonti culinari. La sostituzione di alcuni cibi con alternative adatte alle vostre esigenze non dovrebbe essere vista come un sacrificio, ma come una possibilità di scoprire nuovi ingredienti e sapori. Questo processo di esplorazione può arricchire la vostra dieta e portare alla luce opzioni alimentari inaspettatamente deliziose. In questo modo, potrete mantenere la qualità della vostra dieta alimentare e, allo stesso tempo, ampliare il vostro repertorio culinario.
Per coloro che non soffrono di intolleranze, è importante adottare un approccio diverso nei confronti del cibo e della cucina. Potete considerare questa esperienza come un’opportunità per esplorare nuove ricette e scoprire sapori alternativi che possono arricchire il vostro palato. Prendetevi del tempo per esplorare le diverse varietà di ingredienti senza alcun tipo di pregiudizio. In questo modo, potrete contribuire a rendere più inclusivo il vostro ambiente culinario, fornendo opzioni adatte agli amici e ai membri della famiglia che soffrono di intolleranze.
In sintesi, il giusto approccio mentale alle intolleranze alimentari implica un’apertura mentale e una disposizione a esplorare nuove possibilità culinarie. Sia per chi soffre di intolleranze che per chi li circonda, l’accettazione, la curiosità e la consapevolezza possono contribuire a rendere l’esperienza alimentare più gratificante e inclusiva per tutti.
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