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Intolleranza al nichel: non solo dieta, 5 consigli utili

dieta senza nichel

Intolleranza al nichel: non basta la dieta! Ormai si sente parlare sempre più spesso di intolleranze alimentari: fra queste, quella al nichel è molto diffusa, e chi ne soffre deve, almeno temporaneamente, intraprendere (sempre sotto la guida di uno specialista) una dieta a rotazione per recuperare la tolleranza.

Ma per chi è intollerante al nichel non basta una dieta per migliorare e recuperare la tolleranza. Eccovi cinque consigli che potranno rivelarsi molto utili se vi è stata diagnosticata un’intolleranza al nichel.

Intolleranza al nichel: non solo dieta

1) Attenzione a contenitori, pentole e posate!

Intraprendere una dieta per recuperare la tolleranza  vuol dire, come prima cosa, evitare che gli alimenti che mangiamo vengano a contatto con oggetti contenenti nichel:

  • Per quanto riguarda i contenitori (compresi i portavivande ed i thermos), evitate quelli in metallo ed optate per quelli quelli in resina o vetro.
  • Stesso discorso vale per le posate, che potrebbero contenere percentuali più o meno alte di nichel: se  non avete intenzione di mangiare con quelle di plastica, acquistate quelle con la dicitura “nichel tested”, e per cucinare utilizzate utensili rivestiti in plastica o di nylon.
  • Per quanto riguarda pentole e tegami, i migliori in assoluto per chi deve seguire una dieta senza nichel sono quelli in vetro pyrex. Anche l’acciaio inox è abbastanza inerte come metallo, ma contiene tracce di nichel (la dicitura 18/10 indica la presenza di cromo e nichel) e l’unico che si puo’ usare è l’acciaio 18/c.
  • Da anni uso pentole che sono sicure per la salute di tutti è testato nei laboratori qualità dell’azienda al fine di garantire il pieno rispetto delle norme internazionali che regolano le caratteristiche dei materiali destinati al contatto con gli alimenti. Più di un medico è convinto che anche chi soffre di allergia e/o intolleranza al nichel dovrebbe imparare utilizzare queste pentole per lo stesso motivo.

2) Attenzione ai cibi confezionati ed in scatola!

Molti alimenti confezionati, che non dovrebbero contenere nichel, ne presentano tracce a causa dei processi di preparazione e conservazione cui sono sottoposti (molti prodotti industriali contengono, per esempio, grassi vegetali, in cui il nichel è presente in ragguardevole quantità): fate quindi molta attenzione quando leggete le loro etichette.

Per ovvi motivi sarebbero da evitare cibi in scatola e bibite in lattina, i contenitori dei quali potrebbero contenere tracce di nichel rilasciarle nei cibi o nelle bevande in essi conservati.

3) Attenzione all’acqua del rubinetto!

L’acqua del rubinetto potrebbe assorbire il nichel presente nelle tubature (spesso vecchie), soprattutto durante la notte. Sarebbe quindi buona regola, soprattutto la mattina, far scorrere l’acqua per qualche minuto, prima di berla o di utilizzarla per cucinare.

Se vi sembra una raccomandazione esagerata, dovete sapere che l’intolleranza al nichel si manifesta “per accumulo”, ossia, man mano che assumiamo nichel, col passare del tempo esso si deposita nell’organismo e, raggiunta una certa soglia (diversa per ognuno di noi), cominciano a manifestarsi i vari sintomi sgradevoli.

Chi intraprende una dieta senza nichel deve quindi fare molta attenzione anche a questi piccoli particolari, per cercare di disintossicarsi il prima possibile da questo metallo.

4) Attenzione anche al barbeque!

Se mangiate spesso cibi alla brace, dovete sapere che le classiche griglie in ferro rilasciano considerevoli quantità di nichel, e a lungo andare potrebbero scatenare fenomeni di sensibilizzazione. Optate quindi per griglie in acciaio inox  18/c  il cui contenuto di nichel è nettamente inferiore a quello delle griglie in semplice ferro.

Ovviamente questo discorso vale per coloro che cucinano abitualmente i propri cibi sul barbeque: va da sè che farlo una volta tanto non andrà assolutamente a vanificare una dieta senza nichel. Come avrete capito, il problema è l’ingestione quotidiana e prolungata di nichel a fare la differenza!

5) Ad ogni intollerante la propria dieta a basso contenuto di nichel.

Come già spiegato prima, non tutte le intolleranze al nichel sono uguali, e quest’ultimo agisce in maniera negativa sull’organismo degli intolleranti man mano che vi si accumula: dopo una certa soglia massima, che cambia da soggetto a soggetto, cominceranno a manifestarsi i vari sintomi.

Se sospettate un’intolleranza al nichel, rivolgetevi ad uno specialista, che ve la confermerà sottoponendovi ad esami specifici, una volta certo della diagnosi, vi sottoporrà ad una dieta “a rotazione”, togliendovi inizialmente tutti gli elementi a bassissimo contenuto di nichel e poi reintroducendo nel vostro regime alimentare quelli che ne contengono un contenuto medio, per vedere come reagisce il vostro organismo.

A seconda del vostro grado di intolleranza e della vostra risposta alla dieta a rotazione, non è escluso che, una volta disintossicati, potrete ricominciare a consumare con moderazione anche gli alimenti contenenti un maggior quantità di nichel come il cioccolato e la liquirizia!!!

Ma non pensate che il problema sia solo in cucina!!! A breve altri aggiornamenti.

Riproduzione riservata
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2 commenti su “Intolleranza al nichel: non solo dieta, 5 consigli utili

  • Ven 3 Mag 2024 | Monica ha detto:

    Io da un annetto ho iniziato a evitare le cose contenente nickel anche se non lo ho tolto completamente ma ogni tanto li assaggio ho perso 10 chili e mi rendo conto che ha fo non li mangio sto bene con lo stomaco invece quando li assaggio sto male

    • Dom 12 Mag 2024 | Tiziana Colombo ha detto:

      Monica purtroppo l’intolleranza al nichel va gestita bene. Io seguo una dieta a rotazione e tutto sommato posso dire di aver ripreso il sorriso e il piacere di stare a tavola

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