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Risotto di grano saraceno con porri, un piatto speziato

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Risotto di grano saraceno ai porri
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 00 ore 45 min
dosi
Ingredienti per: 2 persone
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5/5 (1 Recensione)

Risotto di grano saraceno ai porri, un’idea suggestiva

Questa ricetta è un piatto di Alice Grandi, che fa parte del contest dedicato alle intolleranze alimentari di Nonnapaperina. Un contest che mette d’accordo celiaci, intolleranti al lattosio ed amanti dei primi piatti gourmet! Nello specifico, il risotto di grano saraceno ai porri con panna speziata è il classico primo che mescola le carte in tavola, proponendo usi suggestivi di ingredienti comuni. Il grano saraceno, che a dispetto del nome fa parte a pieno titolo della cucina italiana, viene qui “risottato”, ovvero cotto come se fosse riso. La panna da cucina, invece, non viene utilizzata così come si trova, bensì viene speziata con curcuma, pepe bianco e semi di papavero. Stiamo dunque parlando di un riso che non si limita a sorprendere, ma che si rivela molto sostanzioso.

Del resto il grano saraceno è un cereale (in realtà uno pseudo-cereale) dall’ottimo spessore nutrizionale. Vanta una certa abbondanza di proteine, sali minerali e soprattutto proteine rispetto agli altri tipi di grano. Il grano saraceno è presente in Italia da almeno mezzo millennio, importato dai commercianti arabi, che a loro volta lo avevano conosciuto per mezzo dei cinesi. Per qualche tempo è stato messo in secondo piano, soppiantato da cereali di più facile coltivazione. Di recente è stato però coinvolto in un processo di recupero, in una prospettiva che predilige gli alimenti poco raffinati e per questo motivo più genuini.

Ricetta risotto di grano saraceno

Preparazione risotto di grano saraceno

  • Tritate assieme il sedano, la carota e la cipolla e metteteli in una padella capiente insieme all’olio (un wok antiaderente è perfetto).
  • Ponete la padella sul fuoco ed accendete il fuoco al minimo, appena le verdure iniziano a sfrigolare aggiungete il grano saraceno ed alzate la fiamma a media intensità.
  • Mescolate continuamente per far tostare il grano saraceno in maniera uniforme.
  • Appena il grano saraceno inizia ad emanare un leggero profumo di tostatura, aggiungete tre mestoli di brodo vegetale, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere per 15 minuti.
  • Nel frattempo lavate bene il porro, scartate le radici e tagliatelo a rondelle spesse 3-4mm.
  • Trascorsi 15 minuti il grano saraceno avrà assorbito tutto il brodo, quindi aggiungete le rondelle di porro, altri 2 mestoli di brodo vegetale e proseguite la cottura per ulteriori 15 minuti.
  • Nel frattempo preparate la panna speziata: mettete in una ciotolina la panna di soia, la curcuma, i semi di papavero, poi aggiungete pepe bianco macinato a piacere e mescolate per bene.
  • Quando il grano saraceno sarà arrivato a 30 minuti di cottura spegnete il fuoco e mantecate il risotto con la panna speziata.
  • Impiattate e spolverate con altri semi di papavero prima di servire.

Ingredienti risotto di grano saraceno

  • 160 gr. grano saraceno
  • 5 mestoli di brodo vegetale caldo
  • 1/4 di cipolla
  • 1/2 di gambo di sedano
  • 1 carota di piccola
  • 1 porro di medio (o 2 piccoli)
  • q. b. di olio extravergine di oliva
  • q. b. di sale
  • 2 cucchiai panna di soia da cucina
  • 1 cucchiaino curcuma polvere
  • 1 cucchiaino semi di papavero
  • q. b. di pepe bianco macinato
  • q. b. di semi di papavero (per servire)

Una mantecatura diversa dal solito

Il risotto di grano saraceno non è un vero risotto, del resto è realizzato senza riso. Tuttavia viene preparato come se lo fosse, sicché viene sottoposto alla fase di mantecatura. Questa però non viene realizzata mediante il classico binomio Parmagiano – burro, bensì con un composto di carattere “caseario”, speziato a dovere. Alla base di tutto vi è la panna, alla quale viene aggiunta la curcuma, i semi di papavero e il pepe bianco. Il sapore è intenso e anche sorprendente. Ciò è dovuto non solo alle spezie, bensì alla panna stessa, che deriva dalla soia. Una scelta che premia i sentori più esotici e un’attenzione marcata verso gli intolleranti al lattosio. La soia, infatti, non contiene questa sostanza.

La panna di soia è un po’ più grassa della panna normale, ma i suoi grassi sono benefici per il cuore e per la circolazione, in quanto appartenenti alla categoria degli acidi grassi omega tre. Inoltre è più ricca di antiossidanti, senza cedere molto in termini di proteine. Per quanto concerne le spezie, il loro contributo è fondamentale. La curcuma trasmette sentori aromatici e leggermente dolciastri, nonché un bel colore arancione. I semi di papavero, invece, conferiscono il loro proverbiale aroma “delicato”. Il pepe bianco, infine, aggiunge una nota pungente ma equilibrata.

Il contributo dei semi di papavero

I semi di papavero giocano un ruolo fondamentale nel risotto di grano saraceno ai porri. Infatti non si limitano a speziare la panna, ma vengono aggiunti in fase di impiattamento, a mo’ di guarnizione finale. Una scelta azzeccata, in quanto capace di conferire ulteriore aroma alla preparazione e un aspetto singolare, ricco di puntini neri. I semi di papavero sono molto utilizzati in cucina, sebbene vengano impiegati soprattutto per decorare il pane o altri prodotti da forno. La loro presenza è bene accetta, e non solo per una questione di gusto. A modo loro, infatti, fanno bene alla salute.

I semi di papavero sono ricchi di acidi grassi benefici e sostanze nutritive interessanti. Il riferimento è al ferro, che regola l’ossigeno nel sangue, ma anche al rame, che ne favorisce l’assorbimento. I semi di papavero sono anche ricchi di fitosteroli, che svolgono da un lato una funzione antiossidanti e dall’altro tengono sotto controllo il colesterolo cattivo, responsabile di alcune patologie cardiache come infarto e ictus. Tra l’altro, i semi di papavero si abbinano perfettamente ai porri, che rappresentano una parte consistente del condimento. L’aroma dei semi di papavero completa i sentori pungenti ma delicati dei porri.

Come risottare il grano saraceno

Questa ricetta si basa su un’idea particolare: “risottare” il grano saraceno. Con questo termine si intende la cottura in brodo, all’interno di una pentola o più spesso in una padella (come in questo caso). Il brodo va aggiunto per gradi, man mano che viene assorbito dall’alimento, proprio come nei risotti. Si può risottare qualsiasi cosa, pasta compresa, ma in linea di massima tale metodo funziona soprattutto con gli alimenti di piccole dimensioni o addirittura granulari.

In occasione di questa ricetta, il grano saraceno va tostato su un soffritto classico, prima di essere arricchito con il brodo. Gli altri ingredienti, invece, vanno inseriti quasi all’ultimo. I porri vengono aggiunti dopo dieci minuti di cottura, mentre la panna speziata va addirittura integrata a fuoco spento, anche perché funge più che altro da mantecatura. Badate bene, risottare il grano saraceno non è esattamente un gioco da ragazzi. E’ necessario comprendere quando è ora di aggiungere il brodo, anche perché il processo di assorbimento è più irregolare rispetto a quello del riso.

Come preparare un buon brodo vegetale?

Come qualsiasi risotto che si rispetti, anche il risotto di grano saraceno ai porri con panna speziata vede come protagonista il brodo vegetale. Potreste essere tentati di utilizzare il classico dado, che è veloce e comodo. Ovviamente non ci sarebbe niente di male, ma il consiglio è di prepararlo in casa. Avrete così pieno controllo sul gusto e sulla genuinità degli ingredienti. Qui sul sito ho già illustrato la ricetta per un brodo vegetale gustoso e genuino. Quali alimenti utilizzare per il brodo? Di base, vanno bene tutte le verdure da soffritto (sedano, carote cipolle) a cui vanno aggiunte come minimo le patate.

E se si soffre di intolleranze alimentari? Celiachia e intolleranza al lattosio non causano problemi a riguardo, l’intolleranza al nichel invece sì. Molti degli alimenti che ho appena citato, infatti, contengono questa sostanza. In questo caso non rimane che cambiare ingredienti o, in alternativa, acquistare frutta e verdura coltivata in modalità idroponica, che offre alle piante un nutrimento che non deriva dalla terra e quindi non trasmette il nichel.

Il segreto per un soffritto gustoso

Per ottenere un ottimo soffritto il consiglio generale è di cuocere a fiamma bassa, in modo da non rischiare di tostare gli ingredienti. Un altro consiglio è di tagliare le verdure della stessa grandezza, in modo da garantire una cottura uniforme. Questa ricetta, però, vanta una particolarità in più: la presenza del porro. Il porro dona un sapore più delicato e dolce al soffritto. In una certa misura, pur nel pieno rispetto degli ingredienti, il porro contrasta il carattere pungente della cipolla.

Ma il porro impreziosisce il soffritto anche dal punto di vista nutrizionale, infatti è una buona fonte di vitamine A, C e K, che supportano il sistema immunitario, la salute degli occhi e la coagulazione del sangue. Il porro è anche ricco di fibre (che aiutano la digestione) e contiene importanti minerali, come il potassio, che sostiene la salute del cuore.

Che differenza c’è tra pepe nero e pepe bianco?

Come abbiamo visto la ricetta suggerisce l’impiego del pepe bianco, che viene integrato nella panna di soia per dare vita a una mantecatura sui generis ma molto gustosa. Il pepe bianco non è usato come il pepe nero in cucina, tuttavia presenta delle ottime proprietà. Qual è la differenza tra pepe bianco e pepe nero?

Il pepe nero ha un sapore intenso, pungente e leggermente piccante, con note legnose che aggiungono profondità ai piatti. Invece, il pepe bianco è più delicato e meno aromatico, inoltre offre una piccantezza morbida e un retrogusto consistente. Il pepe bianco è ideale per i piatti raffinati e delicati, proprio come il piatto del risotto al grano saraceno.

Riso e grano saraceno: un’alternativa più corposa

Concludo suggerendo una variante del piatto, che vede protagonista il riso. A tal proposito vi propongo un risotto facile a base di riso e grano saraceno. Esatto, i due cereali possono convivere benissimo, dando vita ad un piatto davvero unico.

Il riso e il grano saraceno formano un mix interessante. Le consistenze e i sapori dei due alimenti si completano e si valorizzano a vicenda. In particolare, il riso offre cremosità e un’importante componente amidosa, mentre il grano saraceno aggiunge una nota rustica e un retrogusto leggermente nocciolato.

Tuttavia fate attenzione alla cottura, che è più complessa di quanto si possa immaginare. A tal proposito è meglio cuocere brevemente il grano saraceno, per evitare che diventi troppo morbido. Fate attenzione anche alla varietà di riso. La scelta ideale è il riso Carnaroli o il Vialone Nano, delle varietà ricche di amido che garantiscono la giusta cremosità. Questi tipi di riso bilanciano il grano saraceno e legano al meglio i sapori.

FAQ sul risotto di grano saraceno

A cosa fa bene il grano saraceno?

Il grano saraceno è benefico per il sistema cardiovascolare grazie al suo contenuto di antiossidanti e flavonoidi. E’ una fonte di proteine di alta qualità e di fibre, che favoriscono la digestione e regolarizzano il colesterolo. Questo tipo di grano è ricco di vitamine del gruppo B e minerali, come il magnesio, che supporta il metabolismo e il sistema nervoso.

Di cosa sa il grano saraceno?

Il grano saraceno ha un sapore leggermente nocciolato e terroso, con una nota un po’ amarognola che lo rende unico. Il suo gusto intenso si abbina bene con ingredienti sia dolci che salati, inoltre si sposa perfettamente con verdure, spezie e carni bianche.

I celiaci possono mangiare il grano saraceno?

Si, i celiaci possono mangiare il grano saraceno poiché è naturalmente privo di glutine. È una scelta sicura e nutriente per chi segue una dieta gluten-free, essendo ricco di fibre, proteine e minerali. È ampiamente usato in sostituzione di cereali contenenti glutine in diverse preparazioni, dal pane ai piatti unici.

Chi ha inventato il risotto?

Il risotto è stato inventato in Italia, e più precisamente in Lombardia. La sua origine risale al XVI secolo, quando il riso venne introdotto dagli arabi. Il piatto nacque probabilmente a Milano, dove il famoso “risotto alla milanese” con zafferano divenne iconico, grazie al suo gusto e alla sua cremosità.

Ricetta di Alice Grandi

Risotto di grano saraceno

Ricette di risotti ne abbiamo? Certo che si!

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