Brutti ma buoni e uno tira l’altro e non dirai mai di no
A colazione e a merenda con i brutti ma buoni…
I brutti ma buoni sono biscotti tipici dell’Italia settentrionale, che conquistano tutti, grandi e piccini. Anche se la loro forma imprecisa si traduce spesso in un aspetto sgradevole, il loro sapore è assolutamente unico e il valore nutrizionale si rivela decisamente importante: regalano un carico energetico non indifferente, ideale a colazione, ma anche in altri momenti della giornata.
Per la preparazione sono necessari pochi ingredienti, semplici e genuini, che creano un mix di sapori irresistibile! Con queste premesse, vorrei parlarvi un po’ degli alimenti che andremo ad utilizzare, per poi passare alle facili modalità di preparazione. Buona lettura!
Ricetta brutti ma buoni
Preparazione brutti ma buoni
Montate a neve ben ferma gli albumi e mentre le fruste sono in azione incorporate gradatamente lo zucchero fino ad ottenere un composto lucido ed omogeneo
Trasferitelo in una ciotola e unite la granella di nocciole, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto aiutandovi con una spatola.
Preriscaldate il forno a 165 gradi. Versate il composto in una pentola antiaderente calda e fate cuocere a fiamma moderata, mescolando, finchè comincerà a prendere un colore ambrato.
Spruzzate sulla teglia di spray staccante e con un cucchiaio distribuite il composto formando tanti mucchietti irregolari e distanziati fra loro. Infornate per circa 25 minuti.
Una volta pronti spolverizzate con dello zucchero a velo. Una volta raffreddati servite
Molto facile
Ingredienti brutti ma buoni
- 140 gr. di albumi
- 275 gr. di zucchero
- 275 gr. di granella di nocciole
- q.b. zucchero a velo
Alla scoperta di un delizioso dessert
Sono brutti, ma sono anche buoni. Il nome viene appunto dal loro aspetto e gusto: sono «bitorzoluti» e di torma irregolare, ma garantiscono un sapore molto gradevole. Piccoli dolci simili agli amaretti, ma più leggeri e fragili, composti di chiara d’uovo montata, zucchero di canna bianco, cacao amaro gluten free e mandorle. Queste ultime si rivelano l’ingrediente principale e quello che dona ai biscottini una gustosità inconfondibile.
Le mandorle rendono i dolcetti brutti ma buoni molto sazianti, proteici e carichi di vitamine E, acidi grassi essenziali e minerali importanti in particolare per il benessere del sistema nervoso. Questo alimento è un valido alleato della pelle, dell’apparato cardiocircolatorio, di quello scheletrico e della nostra salute in generale. Pertanto, oltre ad essere usato molto in pasticceria, ha anche un valore nutrizionale da tenere sempre bene a mente.
Grazie allo zucchero di canna bianco, meno raffinato di quello “classico” e quindi più genuino, e agli albumi si aggiunge ai biscotti un buon carico di energia, mentre il cacao (pur se poco) conferisce al dessert un pizzico di antiossidanti, utili per contrastare i danni dei radicali liberi e per mantenerci giovani e sani.
Quando proporre agli ospiti i brutti ma buoni?
Sai, c’è qualcosa di specialmente affascinante nel proporre i “Brutti ma Buoni” agli ospiti. È un po’ come svelare un segreto culinario, una piccola perla nascosta nella tradizione italiana. Immagina di finire una deliziosa cena, i piatti principali hanno già raccolto complimenti, ma poi arriva il momento di tirar fuori questi piccoli tesori. Sono perfetti proprio lì, in quel momento dopo il dessert, quando il pasto si è concluso ma la conversazione e la compagnia sono ancora calde e accoglienti.
E poi, pensa ai pomeriggi, magari un fine settimana rilassante, quando una tazza di tè o un caffè forte chiamano per una dolce compagnia. I Brutti ma Buoni entrano in scena come protagonisti perfetti per una merenda che delizia senza appesantire.
Non dimentichiamo le occasioni speciali o quegli incontri informali, dove ogni piccolo dettaglio conta per creare un’atmosfera unica. Questi biscotti hanno il dono di innescare curiosità e conversazioni, grazie al loro nome intrigante e al loro aspetto rustico ma invitante.
E se mai volessi condividere un po’ del tuo cuore culinario, impacchettarli come regalo è un gesto che parla di tradizione, cura e amore. È un po’ come condividere un pezzo di storia personale, impreziosita da un tocco di dolcezza.
Ma la vera magia arriva quando li abbini con qualcosa di inaspettato, come un liquore al mirto. L’aroma intenso e distintivo del mirto si intreccia meravigliosamente con la dolcezza e la texture dei biscotti, creando un’esperienza degustativa che ricorda le serate in una villa italiana, sotto un cielo stellato.
Quindi, sì, che si tratti di concludere una cena, di accompagnare una chiacchierata pomeridiana o di creare un momento speciale, i Brutti ma Buoni sono molto più di semplici biscotti. Sono piccole chiavi che aprono momenti di gioia, dialogo e, naturalmente, un eccellente sapore
Tenuti in ambiente asciutto, questi biscottini si conservano a lungo. Infine, sappiate che il liquore al mirto si sposa alla perfezione con questi dolci brutti ma buoni alle nocciole. Perciò, all’inizio vi avevo detto “buona lettura” e adesso vi dico “buon appetito”!!
Brutti ma Buoni: Una delizia nascosta dietro un nome curioso
I Brutti ma Buoni sono un esempio classico di come l’aspetto estetico in cucina non sia sempre sinonimo di qualità. Questi biscotti, dalla forma irregolare e dall’aspetto rustico, nascondono un sapore incredibilmente delizioso e una texture unica che conquista al primo assaggio.
I Brutti ma Buoni hanno origini antiche, nati in Lombardia o in Piemonte, a seconda delle diverse versioni della loro storia. Il loro nome, che letteralmente significa “brutti ma buoni”, rispecchia l’aspetto poco raffinato di questi dolcetti. Tuttavia, questa caratteristica non ha impedito loro di diventare una specialità apprezzata in tutta Italia e oltre.
La ricetta dei Brutti ma Buoni è sorprendentemente semplice, richiedendo pochi ma essenziali ingredienti: albume d’uovo, zucchero, nocciole (o mandorle), e talvolta un pizzico di vaniglia o cannella per arricchire il sapore. Gli albumi vengono montati a neve, poi delicatamente uniti con lo zucchero e la frutta secca tritata. L’impasto viene poi cucinato lentamente, fino a ottenere dei piccoli ammassi croccanti e dorati.
I Brutti ma Buoni conquistano per il loro gusto intenso e la loro texture che combina la croccantezza esterna con un cuore più morbido e masticabile. La presenza della frutta secca tritata conferisce a questi biscotti un sapore ricco e una piacevole sensazione al palato.
Questi biscotti si prestano a numerosi abbinamenti: sono perfetti da soli, come dolce fine pasto, o accompagnati da un buon vino dolce. Sono anche un’ottima scelta per una pausa pomeridiana, magari abbinati a un tè aromatico o a un caffè.
I Brutti ma Buoni rappresentano una parte del patrimonio culinario italiano, ricordandoci che la bellezza in cucina non si limita all’estetica. Questi biscotti, con la loro semplicità e il loro sapore ricco, ci insegnano che spesso le sorprese più gradevoli si celano dietro un aspetto ingannevole.
Ricette dolci ne abbiamo? Certo che si!
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