Maruben o Marubini ai tre brodi, pasta ripiena tipica cremonese
I Marubini o Maruben rappresentano una tradizione culinaria profondamente radicata nella regione Lombardia, in particolare nella città di Cremona. Questi ravioli unici si distinguono per il loro ripieno saporito e la pasta finemente lavorata. Originariamente creati come piatto della cucina povera, i Marubini sono diventati un simbolo della gastronomia cremonese, celebrati per la loro ricchezza di gusto e la loro storia affascinante.
Il ripieno dei Marubini è un amalgama di carni diverse, comunemente manzo, maiale e talvolta pollo o coniglio, mescolato con pane grattugiato, uova, formaggio grana e un mix di spezie. Questo ripieno ricco viene avvolto in una pasta all’uovo sottile e delicata, che viene poi cotta in un brodo saporito.. La preparazione richiede abilità e pazienza, con ogni componente che deve essere bilanciato perfettamente per creare un’esperienza gustativa armoniosa.
Ricetta Marubini
Preparazione Marubini
- Preparazione della sfoglia:
- Setacciate le farina e versatele nella vasca della planetaria, poi, aggiungete le uova, l’olio ed il sale.
- Azionate ed iniziate ad impastare con la “foglia” e proseguite con il “gancio”, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico.
- Una volta che sarete soddisfatti del risultato, rovesciare il composto sulla spianatoia spolverata di farina.
- Lavorate ancora la pasta con le mani, e formate una palla. Copritela con la pellicola da cucina e lasciatela riposare per 30 minuti circa.
- Vi svelo un trucco per capire se l’impasto ha la giusta consistenza: dovete premerlo con il pollice, se non rimane l’impronta significa che è perfetta.
- Una volta trascorso il tempo di riposo, dividete la pasta in panetti più piccoli e lavoratene uno alla volta.
- Spolverate leggermente ogni panetto con la farina, appiattitelo con le mani o con un mattarello.
- Inserite l’accessorio “sfogliatrice” alla vostra planetaria e regolatela partendo dallo spessore maggiore, impostando una velocità bassa.
- Passate ciascun panetto 3 o 4 volte al livello 1, ripiegando sempre la pasta su se stessa, ruotandola di 90°.
- Ricordatevi di scalare di un livello ad ogni passaggio, finché non avrete raggiunto lo spessore adeguato.
- La regola vuole che, per la pasta ripiena, si debba arrivare fino all’ultimo scatto.
- Man mano che la pasta diventa più sottile, l’impasto potrebbe risultare leggermente umido, se dovesse succedere, aggiungete un pizzico di farina.
- Per un sfoglia a regola d’arte, quando tirate la pasta a mano, utilizzate il dorso, non i polpastrelli, perché potrebbe rovinarsi.
- A questo punto, stendete la sfoglia ottenuta sulla spianatoia e, aiutandovi con la sac à poche, disponete due file di ripieno ben allineate.
- Appoggiate una seconda sfoglia, sistemandola perfettamente sopra la prima. Quindi, con un coppapasta quadrato, formate dei rmarubini di almeno 6/8 cm.
- Infine, con un secondo coppapasta più piccolo, passate sopra ogni ripieno e premete leggermente, per sigillare bene ogni raviolo.
- Piegate il quadrato a metà lungo la diagonale in modo da ottenere prima un triangolo e poi arrotolate i bordi intorno al dito per ottenere i marubini.
Preparazione del ripieno.
- Lavate e tagliate a dadini la cipolla, il sedano e la carota.
- Versate due cucchiai di olio in una pentola e rosolate le verdure.
- Aggiungete il pezzo di carne e fate rosolare per bene rigirando piu volte.
- Sfumate con il vino, regolate di sale e pepe e coprite la pentola. Lasciate cuore per circa due ore.
- Una volta pronto estraete il pezzo di carne e lasciate intiepidire.
- Ammollate la mollica nel latte.
- Tagliate a pezzi grossi il brasato, i petti di pollo e la salsiccia e versate nel robot da cucina con la la mollica strizzata, le uova e azionate fino ad ottenere un composto compatto e piuttosto sodo.
- Nel caso si renda necessario aggiungere il pane grattugiato
- Cuocete i marubini nel brodo per circa 10 minuti . Io amo mangiarli con una spolverata di parmigiano reggiano
Preparazione brodo di tre carni:
- Iniziate sciacquando leggermente le carni e tagliandole a pezzi per adattarle a un grosso pentolone.
- Dopo aver sistemato le carni nel pentolone, riempite il resto del volume con acqua fredda.
- Mettete il pentolone sul fuoco e aspettate che raggiunga l’ebollizione.
- Una volta che l’acqua comincia a bollire, lasciate cuocere per circa 4-5 minuti.
- Spegnete il fuoco e scolate l’acqua di bollitura. Questo passaggio è cruciale: rimuove i grassi in eccesso, il sangue e altri residui che potrebbero alterare il sapore del brodo. Risciacquate bene le carni sotto l’acqua corrente per eliminare ogni residuo.
- Riempite nuovamente la pentola con acqua fresca e riportate al fuoco.
- Aggiungete le verdure e una volta che l’acqua inizia a bollire, riducete la fiamma e lasciate sobbollire il brodo a fuoco lento per circa 3 ore. Questa lunga cottura permette ai sapori di amalgamarsi perfettamente, creando un brodo ricco e aromatico.
- Durante la cottura, è importante controllare periodicamente il brodo, aggiungendo acqua se necessario e rimuovendo la schiuma che si forma in superficie.
- Questi passaggi assicurano un brodo chiaro e pulito, ideale per esaltare il gusto dei Marubini. Ricorda di salare il brodo verso la fine della cottura, per regolare il sapore secondo il tuo gusto.
- Una volta terminata la cottura, il brodo sarà pronto per essere utilizzato nella preparazione dei Marubini, conferendo loro quel sapore autentico e tradizionale che li caratterizza.
Ingredienti Marubini
Per la sfoglia:
- 400 gr. di mix di farine in parti uguali (riso, mais, grano saraceno e maizena)
- 4 uova
- un cucchiaio di olio extravergine di oliva
- un pizzico di sale
Per il ripieno:
- 800 gr. di cappello del prete
- mix verdure (1 cipolla, 1 gambo di sedano, 1 carota)
- 1 bicchiere di vino rosso
- la mollica di due panini consentita
- 1 bicchiere di latte Accadi
- 200 gr. di salsiccia
- 200 gr. di petto di pollo
- 2 uova
- 80 g di parmigiano reggiano stagionato 36 mesi
- 2 cucchiai di pan grattugiato consentito
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- q.b. sale e pepe
2 lt di ottimo brodo di “3 carni” o il brodo del Gran bollito cremonese
Ingredienti brodo di tre carni
- 500 gr di Cappello del prete di manzo
- 300 gr di salame da pentola
- 1/4 di gallina
- 1 carota,
- 1 cipolla grossa
- 1 gambo di sedano
- mezzo cucchiaino di sale
Nei ristoranti e nelle case di Cremona, i Marubini o Maruben sono serviti tradizionalmente in brodo, offrendo un piatto confortante e sostanzioso, ideale per le serate invernali. Questa tradizione culinaria non solo soddisfa il palato, ma racconta anche la storia di una comunità e di una cultura che valorizza l’eredità e l’innovazione culinaria.
La preparazione dei Marubini è considerata un’arte a Cremona, con ricette che variano da famiglia a famiglia, ognuna con il suo tocco personale. Questo piatto è un esempio perfetto di come la cucina regionale italiana possa essere sia semplice che complessa, unendo ingredienti di base con tecniche raffinate per creare sapori ricchi e memorabili. Ho rivistato l’impasto per renderlo senza glutine e senza lattosio
I Marubini non sono solo un piatto, ma una finestra sulla cultura e la storia della Lombardia, un esempio di come il cibo possa essere un mezzo per trasmettere tradizioni e raccontare storie.
È la pasta per le solennità, destinata a esser cotta nel brodo e nei miei ricordi si ricollegano alle feste in famiglia, alle tavolate di Natale, alla classica zuppiera fumante delle grandi occasioni.
Mi ricordo che la mia mamma li portava in tavola in una grande zuppiera di ceramica bianca, protetta dal coperchio, la posava al centro della tavola, così da spandere tutt’intorno un invitante profumo.
Ricordo che mi svegliavo la mattina e trovavo papà Augusto e mamma Enrichetta in trepidazione, io e mia sorella Mary che volevamo partecipare in qualche modo a questo rito, la pasta tirata ad arte e tagliata a quadretti, il ripieno perfettamente nel mezzo, uno perfettamente uguale all’altro, la mamma li voleva così, tutti perfetti… come pronti per una festa.
Il brodo intanto cuoceva da solo, vigilato a distanza da mio nonno Felice. La mia mamma sapeva cucinare pochi piatti e sempre quelli, ma quando ci si metteva.
Marubini: Un patrimonio castronomico
Ricordo che mio nonno diceva sempre che, per esser degno dei Marubini, il brodo deve esser preparato con tre diversi tipi di carne: vitello, manzo e gallina; oppure manzo, gallina e salame fresco da pentola, vanto della salumeria cremonese ed è necessario che i tre tipi di carne siano cotti separatamente e che solo in ultimo i tre brodi di cottura siano miscelati fra loro. In tante famiglie vengono cotti nel Gran Bolllito Cremonese. A voi la scelta
I Marubini, la cui denominazione deriva da “marù”, parola dialettale che significa “castagna”, vantano origini molto antiche. La loro prima menzione documentata risale al Cinquecento, dove sono citati in un testamento e un atto notarile con l’espressione “rodella da far li marobini”. Questo riferimento storico dimostra la profonda radicazione di questo piatto nella cultura e nella storia lombarda.
I Marubini si distinguono nettamente dai più comuni tortelli o ravioli. La loro preparazione, il ripieno, e soprattutto il loro significato culturale, li rendono unici nel panorama culinario italiano. Sono molto più che una semplice pasta ripiena; sono custodi di una storia e di una tradizione che rispecchia l’identità di una regione.
Riconoscimenti e certificazioni dei Marubini
Nel 2003, i Marubini hanno ricevuto importanti riconoscimenti che ne attestano il valore culturale e gastronomico. Hanno ottenuto la Denominazione Comunale di Origine (DE.CO.) e un riconoscimento dall’Accademia Italiana della Cucina. Questi riconoscimenti sono stati assegnati con l’obiettivo di preservare la ricetta originale come testimonianza della tradizione gastronomica locale, riconoscendola come un vero e proprio fattore di cultura e civiltà.
Questi riconoscimenti hanno l’importante ruolo di salvaguardare la ricetta originale dei Marubini, garantendo che le future generazioni possano conoscere e apprezzare questo piatto nella sua forma più autentica. La DE.CO. e l’Accademia Italiana della Cucina hanno quindi sottolineato l’importanza di preservare non solo il gusto, ma anche la storia e le tecniche tradizionali che stanno dietro alla preparazione dei Marubini.
Oggi i Marubini sono più che un piatto: sono un simbolo di identità culturale, un ponte tra il passato e il presente, che racconta una storia di sapori, tradizioni e comunità. La loro preservazione rappresenta un impegno verso il mantenimento e la valorizzazione di un patrimonio gastronomico che è parte integrante dell’identità di Cremona e della Lombardia.
Nella tradizione cremonese, i Marubini sono strettamente legati alle celebrazioni e alle festività, come la famosa “Festa del Torrone“. La loro preparazione è un’arte tramandata di generazione in generazione, mantenendo viva una ricetta che è parte integrante dell’identità culturale della città.
Il segreto dei Marubini è il brodo!
Nella preparazione dei Marubini, un piatto tradizionale lombardo, il segreeto risiede non solo nel ripieno, ma soprattutto nel brodo. Questo elemento è fondamentale per conferire al piatto quella particolare profondità di sapore che lo distingue. Ci sono due opzioni principali per il brodo: il brodo di Tre carni o il Gran Bollito Cremonese.
Brodo di tre carni in dialetto I tri brod: Il brodo di tre carni è una miscela ricca e saporita, che combina carne di manzo, pollo e maiale. Questa varietà garantisce un sapore complesso e ben bilanciato. La lenta cottura di queste carni insieme con verdure aromatiche crea un brodo intenso, perfetto per esaltare i Marubini.
Gran Bollito Cremonese: Il Gran Bollito Cremonese, invece, è una ricetta più elaborata e tradizionale. Include diverse tipologie di carni, come manzo, vitello, lingua salmistrata e cotechino, cotti insieme a verdure selezionate. Questo brodo vanta un gusto più robusto e decisamente caratteristico, arricchendo notevolmente il sapore dei Marubini.
La scelta tra questi due brodi influisce significativamente sul risultato finale del piatto. Mentre il brodo di Tre carni offre un equilibrio di sapori, il Gran Bollito Cremonese si distingue per la sua intensità e ricchezza. Indipendentemente dalla scelta, un buon brodo è essenziale per conferire ai Marubini quella qualità distintiva che li rende un piatto amato e ricercato nella cucina lombarda
Ricette tipiche cremonesi: un viaggio nella tradizione
Oltre ai marubini ai Marubini e al Gran Bollito abbiamo tanto altro. Dai primi piatti sostanziosi ai dolci aromatici, ogni ricetta è una storia di ingredienti locali e metodi di preparazione tramandati di generazione in generazione.
- I Tortelli Cremaschi, con il loro ripieno dolce di amaretti, uvetta, cacao e scorza di limone, sfidano le convenzioni culinarie. Questi tortelli uniscono la dolcezza del ripieno con la pasta, creando un’esperienza gustativa unica e indimenticabile.
- La Mostarda Cremonese, con la sua combinazione unica di dolcezza e piccantezza, è l’accompagnamento ideale per carni e formaggi. Realizzata con frutta candita e senape, questa salsa è un must nella cucina cremonese.
- La Sbrisolona, un dolce friabile e ricco di mandorle, rappresenta la semplicità e la genuinità della pasticceria cremonese. Con la sua croccantezza e il sapore di mandorle, questa torta è perfetta a fine pasto o come spuntino. E’ considerata anche una tipica ricetta dei vicini mantovani.
- Il Salame da Pentola è un esempio di come la cucina cremonese trasformi ingredienti semplici in piatti memorabili. Questo salame cotto è un piatto rustico che si sposa perfettamente con la polenta, offrendo un pasto confortante e rassicurante.
- Il Torrone di Cremona chiude il viaggio gastronomico con la sua dolcezza iconica. Questo dolce tradizionale, fatto di miele, albume d’uovo e mandorle, è sinonimo della città stessa e celebra la sua storia e tradizione attraverso la “Festa del Torrone”.
Queste ricette non sono solo piatti, ma rappresentano un patrimonio culturale, un legame con la terra e la storia di Cremona. Ogni assaggio è un viaggio nel tempo, un modo per connettersi con la tradizione e l’identità di questa ricca regione italiana.
Ricette cucina regionale ne abbiamo? Certo che si!
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