Il gomasio, un’alternativa al sale per condire

Come sostituire il sale in cucina?. Cosa usare al posto del sale? Se state cercando un condimento naturale per come sostituire il sale da cucina lo avete trovato e parliamo del gomasio che è senza dubbio una delle più interessanti alternative all’uso del sale, sicuramene la più gradita al nostro palato.
Il sale è presente in dosi eccessive in qualsiasi cibo confezionato, negli insaccati, e nei prodotti di gastronomia; non bastasse questo in cucina spesso se ne fa un uso sconsiderato.
Per chi soffre di pressione alta come mio marito, è importante stare attenti a cosa mangiare, evitando un’eccessiva quantità di sale come condimento dei vostri piatti. Ma vi starete chiedendo cos’è e allora ve lo spiego. Si possono preparare ricette gustose senza sale ma provare una valida alternativa ci sta!
E’ il condimento ideale per chi vuole contrastare la ritenzione idrica. Ma il gomasio dove comprarlo? E’ facile trovare il gomasio anche al supermercato nel reparto degli aromatizzanti o del sale. E’ facilissimo da preparare in casa e sotto vi indico come fare. Non c’è nulla di meglio che farsi il gomasio in casa: è davvero facile e non richiede perizia alcuna ai fornelli.
Gomasio come si usa: suggerimenti di utilizzo del sale di sesamo
Il Gomasio, è un condimento tipico della cucina giapponese. E’ un condimento alla base dell’alimentazione macrobiotica. I semi di sesamo hanno una grande quantità di proprietà terapeutiche e di valori nutrizionali benefici. Sono ricchi di fibre, proteine, acidi oleici e carboidrati. A livello di vitamine, inoltre, contengono quelle del gruppo B ma anche della E, che ha effetti antiossidanti.
In più, il sesamo contiene diversi tipi di sali minerali come il magnesio, il calcio e il ferro. Il calcio presente in alte quantità, in particolar modo, ci aiuta a proteggere le nostre ossa. Troviamo senza dubbio la presenza di acido oleico e acido linoleico, fondamentali per l’apporto di grassi buoni omega 3 e omega 6, decisivi per la salute del cuore e dall’apparato cardiovascolare in generale.
Nasce da una sorprendente unione di sapori e di profumi, quelli del sale marino e dei semi di sesamo leggermente tostati, due ingredienti strettamente e anticamente legati alla nostra storia alimentare.
Il Gomasio, è composto da semi di sesamo e sale marino . Questi semi vengono tostati e tritati, a volte arricchito con alghe.
Il gomasio, un valida alternativa al sale
Nella cucina asiatica il gomasio viene utilizzato come condimento per insalate o salse. Le calorie del Gomasio. In ogni 100 grammi sono presenti ben 553 kcal quindi il suo apporto calorico è considerevole.
Per chi segue una dieta ad alta percentuale di sostanze acide, come i prodotti animali o i cereali raffinati, l’aggiunta di un po’ di gomasio sulle pietanze può renderle più basiche, e ristabilire l’equilibrio tra ioni positivi e negativi dell’organismo.
- Dà un buon apporto di proteine.
- E’ facile da digerire.
- Aiuta ad avere un buona circolazione.
- Si tratta di un condimento rimineralizzante
- Aiuto movimenti intestinali regolari
È il condimento che meglio si sposa con i cereali. Infatti il suo sapore delizioso esalta la naturale dolcezza dei cereali, dandogli un gusto più intenso e particolare del semplice sale.
non dovrebbe essere usato solo per il suo sapore, ma anche per le sue ottime proprietà sul corpo. Innanzitutto ha una funzione alcalinizzante sul sangue ed è un potente disintossicante. Inoltre è ricco di calcio e ferro e aiuta la memoria.
Tra le altre virtù curative ricordiamo che rafforza la digestione e l’assorbimento intestinale e ha un potente effetto anti nausea. Allevia gli stati di fatica generale e dolori come mal di testa e mal di denti.
Il Gomasio in cucina
Perfetto per condire le insalate, la carne e il pesce, per insaporire minestre, vellutate, legumi e zuppe ai cereali ed è la soluzione ideale per dare quel tocco in più alle gallette come rompi fame.
Meglio aggiungerlo agli alimenti a crudo per beneficiare delle sue importanti qualità nutrizionali. E’ il condimento da tavola per eccellenza nella cucina macrobiotica.
Per prepararsi questo condimento c’è bisogno solamente di un piccolo mortaio, sale e semi di sesamo da tostare in padella, a fuoco lento. È preferibile usare il sale marino integrale perché rispetto a quella comune non è raffinato e conserva molti minerali utili per il nostro organismo come iodio, fluoro, rame, zinco e magnesio.
Per chi ha problemi di intolleranza al nichel si raccomanda l’uso molto moderato e su consiglio del nutrizionista.
Un approfondimento sull’intolleranza al nichel
Il riferimento all’intolleranza al nichel mi fornisce l’occasione per parlare di questo disturbo, che purtroppo riguarda una fascia ampia della popolazione. Secondo alcune stime in Europa soffrirebbe di questa peculiare forma di intolleranza quasi un cittadino su tre. ovviamente con livelli di gravità diversi, da quelli più gestibili (e che consentono un’assunzione limitata della sostanza) a quelli più invalidanti.
I sintomi sono prevalentemente gastrointestinali e vanno dalla diarrea alla stitichezza, dai crampi al vomito, dalla nausea al semplice gonfiore di stomaco. Non mancano però i sintomi sistemici, come quelli dermatologici (evidenti quando l’intolleranza è da contatto). Non di rado si assiste a problemi legati al mal di testa, alla stanchezza cronica e al malessere diffuso. Nei casi più gravi si segnalano difficoltà respiratorie, nonché vere e proprie crisi da shock anafilattico.
Come riconoscere l’intolleranza al nichel?
Riconoscere l’intolleranza al nichel è molto difficile a prima vista, anzi spesso è il paziente a confondere l’origine dei sintomi. La verità è che questi sintomi sono letteralmente aspecifici, ovvero potrebbero far riferimento a una vasta gamma di patologie. Ad ogni modo, quando gli specialisti sospettano la presenza di un’intolleranza alimentare, si procede per sottrazione, ovvero si eliminano dalla dieta alcune sostanze, in modo da valutare gli effetti di questo cambiamento. Eliminare il nichel dalla dieta è davvero complesso.
La certezza del disturbo, tuttavia, la si ha solo con i test specialistici. Il più famoso è il patch test, che consiste nell’esposizione al nichel concentrato all’interno di una crema o di un’altra sostanza che possa entrare in contatto con la pelle. A quel punto basta verificare gli effetti che si manifestano a stretto giro ed il gioco è fatto.
Come gestire l’intolleranza al nichel?
Purtroppo non è possibile guarire dall’intolleranza al nichel, una costante di tutte le intolleranze alimentari e persino delle allergie. Fanno eccezione le intolleranze molto leggere, che sono definite sensibilità. In questo caso si procede con la rinuncia totale al nichel per un certo periodo di tempo, seguito da una seconda fase in cui si “rieduca” il corpo all’assunzione di nichel con estrema gradualità.
L’intolleranza al nichel, come tutte le altre intolleranze, va per lo più gestita evitando gli alimenti che contengono la sostanza incriminata. Se nel caso dell’intolleranza al lattosio e della celiachia ciò è abbastanza semplice (per quanto inizialmente doloroso), per l’intolleranza al nichel è più complesso. La verità è che questa sostanza non è legata a una specifica classe di alimenti, ma è presente in tutte le classi alimentari in modo trasversale.
La coltivazione idroponica, una soluzione provvidenziale
Rinunciare agli alimenti ricchi di nichel può essere estremamente fastidioso, d’altronde tra questi ne troviamo alcuni di uso estremamente comune, come il cioccolato, il pomodoro e il basilico. Per fortuna, però, esiste un’alternativa che ha già dimostrato tutta la sua efficacia: la coltura idroponica.
Gli alimenti assumono il nichel dal suolo durante lo sviluppo della pianta. La coltura idroponica non fa uso del suolo, ma trasmette alla pianta direttamente le sostanze nutritive, sulla cui composizione si esercita il pieno controllo. A questo punto è necessario togliere il nichel dal nutrimento delle piante e il gioco è fatto. Attualmente, alcuni produttori commercializzano pomodori, basilico e altre verdure senza nichel, mentre non si hanno notizie di coltivazioni idroponiche dal cacao. Per il cioccolato, dunque, toccherà aspettare ancora un po’.
Un consiglio sulla gestione “mentale” dell’intolleranza al nichel
La gestione dell’intolleranza al nichel è un fatto soprattutto mentale. Seguire poche regole è semplice, ma farvi fronte senza cadere nello sconforto è più complesso. In questo caso vale il consiglio di sempre, che riguarda tutte le intolleranze alimentari, ossia trasformare la necessità di rinunciare a determinati alimenti come l’occasione di scoprirne di altri nuovi. L’intolleranza alimentare può essere quindi un modo per scoprire nuovi sapori e nuove cucine.
Un altro consiglio riguarda il rapporto con gli altri. Quando si riceve la diagnosi si avverte la presenza improvvisa di uno spartiacque, ossia un muro tra sé e gli altri. In questo caso la malattia tende ad isolarci, sebbene non venga percepita in questo modo dagli altri. Nessuno oggi si stupisce di fronte a una intolleranza alimentare, ammesso che sia lecito provare stupore per questo tipo di disturbi alimentari.
Ricetta gomasio
Ingredienti
- Semi di sesamo
- Sale marino integrale fine (1 cucchiaino di sale ogni 18 di sesamo)
Preparazione gomasio
Come si prepara il gomasio? Lavate i semi di sesamo e lasciateli asciugare. Devono essere ben asciutti. Fateli tostare in una padella larga a fuoco alto, fino a quando si sgretolano stringendoli tra il pollice e l’anulare, ci voglio circa 15 minuti. Mescolate spesso e fateli saltare nella padella facendo attenzione che non brucino.
Verso la fine della cottura aggiungete il sale, mescolandolo bene al sesamo e proseguite la cottura.
A fine cottura travasate il tutto nel mortaio e pestatelo per alcuni minuti.A questo punto è pronto e può essere conservato al fresco in un barattolo di vetro per 8/10 giorni. Può essere conservato più a lungo, ma perde progressivamente il suo aroma: è meglio prepararlo all’occorrenza, la procedura poi è così semplice e veloce!
La ricetta tradizionale prevede di triturare i 2 ingredienti nel suribachi, un mortaio dall’interno rigato e ruvido, ma è possibile usare un frullatore ma il risultato sarà molto diverso
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