La pasta, la fama di cui gode va attribuita all’Italia!
Oggi abbiamo provato a fare la Pasta fresca con farina di canapa. Una nuova risorsa per il nostro benessere e la nostra salute. I nutrizionisti sono entusiasti di questo alimento e delle sue proprietà
Lo studio della dietetica, intesa come nutrizione dell’uomo, ha assunto oramai da qualche anno una grande importanza, in quanto è stato scientificamente provato il rapporto diretto che intercorre fra alimentazione e salute.
La dimostrazione di questo rapporto è forse una delle più grandi conquiste della scienza moderna, dal momento che ciascuno di noi, sia come uomo sia come consumatore, potrà concorrere al benessere proprio e a quello dei propri figli. Nonostante tutto, la scienza dell’alimentazione è ancora agli inizi nonostante se ne capisce l’importanza ai fini di assicurare la salute e quindi il benessere al genere umano.
Una volta, lo stato di salute era inteso come assenza di malattie, essendo considerata come malattia solo il prodotto dell’azione di qualche cosa di attivamente nocivo, fosse esso microrganismo o veleno.
Ricetta Pasta fresca con farina di canapa
Preparazione Pasta fresca con farina di canapa
Formate la fontana sulla spianatoia mescolando le due farine, al centro aggiungete un pizzico di il sale e metà dell’acqua e cominciate ad impastare e man mano aggiungetene dell’altra acqua.
Continuate ad impastare finchè l’impasto non risulterà liscio ed elastico. Formate una palla e fatela riposare avvolta in un panno asciutto per circa mezz’ora
Stendere la sfoglia e ricavare delle tagliatelle o dei tagliolini usando il solito metodo
In alternativa potete preparare la pasta con i semi di guar
40 gr. di farina di Canapa,
80 gr. di farina di riso,
60 gr. di fecola,
24 gr di semi di guar,
gr 60 di amido di mais,
2 rossi d’uovo + 2 uova
Ingredienti Pasta fresca con farina di canapa
- 40 gr farina di canapa
- 80 gr. farina di riso
- 120 gr di amido di riso
- 2 tuorli di uovo + 2 uova intere
- un pizzico di sale
Alimenti nuovi sulle nostre tavole
La scoperta degli « elementi protettivi », ossia vitamine e minerali, e lo studio della loro influenza sull’organismo umano, unitamente a studi volti a dimostrare la stretta correlazione intercorrente fra nutrizione e salute, confermano come la malattia possa dipendere anche dall’inadeguata assunzione di elementi nutritivi essenziali. È nato così il concetto di « malattie da carenza» e di « disposizione alla malattia infettiva» come conseguenza di una dieta non bilanciata, con relativo abbassamento del grado di resistenza organica all’azione dei germi e delle loro tossine.
Lo stato di buona salute è venuto quindi ad assumere aspetti e gradi obiettivamente diversi da quando la ci ha offerto il mezzo di divenire in un certo senso artefici, o, per lo meno, di apprezzare semplicemente la differenza che intercorre fra il mediocre oppure l’ottimo stato di salute.
Nel passato si è sempre ritenuto, infatti, che questa differenza fosse dovuta alla fortuna di aver ereditato una perfetta costituzione; ora invece, pur riconoscendo l’importanza del fattore ereditario, ci si rende conto di quante possibilità noi abbiamo di potenziare o comunque di influire in senso positivo sul nostro fisico e sul nostro morale soltanto con una intelligente scelta del cibo.
Ognuno di noi è diverso.
Per spiegare meglio questo concetto, dirò che ogni individuo gode di una sua particolare costituzione o struttura fisica che costituisce il cosiddetto ambiente interno: se fino a pochi anni fa si era convinti che tale ambiente fosse immutabile e che solo le sue manifestazioni esteriori fossero suscettibili di modifiche in seguito a un particolare tenore di vita e a una speciale alimentazione, ora si è giunti a dimostrare esattamente il contrario.
Con ciò non si vuole affermare che la costituzione fisica dell’uomo non dipenda anche da fattori ereditari: ma, mentre una volta si pensava che questi fossero la causa determinante di una particolare conformazione, ora si sa che possono venir modificati e corretti da un particolare tipo di regime alimentare. E lo stesso discorso vale per le intolleranze alimentari……
Ho scoperto da poco la canapa, il primo esperimento è stato fatto con una maionese , ma ho visto che ci puoi fare di tutto. Abbiamo fatto degli esperimento con cookies, focaccia, pane, grissini, pasta fresca per tutti gli usi: tagliatelle, ravioli. lasagne etc……. Ricordo che la canapa contiene nichel in quantità limitata.
La pasta, un tesoro in cucina
Tutto il mondo la conosce, l’apprezza e la consuma: si tratta della pasta, naturalmente. La sua origine, benché certamente antichissima, non è esattamente databile, così come pure non è facilmente individuabile il suo paese d’origine.
Infatti, stando ai riferimenti di Marco Polo nel Milione, questo alimento potrebbe venire dalla Cina; se in vece si analizza il nome “maccherone” emerge un’ origine greca. Esistono tuttavia svariate spiegazioni, spesso aneddotiche, dell’ origine di questa parola. Si racconta, ad esempio, che un buongustaio assaggiando per la prima volta questa nuova vivanda ne rimanesse entusiasta ma poi, saputa la complessità del lavoro richiesto per la sua preparazione e il conseguente costo, esclamasse “son buoni ma … caroni!”.
È certo tuttavia che la fama di cui gode la pasta va attribuita all’Italia; se poi si considera che il condimento più diffuso, cioè il sugo di pomodoro, è invenzione sicuramente e assolutamente partenopea, diventa allora comprensibile il fatto che gli italiani considerino la pasta una loro creatura. Molte regioni hanno poi contribuito ad arricchire le varietà di questo alimento: ad esempio tipici dell’Emilia-Romagna sono le tagliatelle, le lasagne, i tortellini e i tortelloni di magro o con ripieno di carne; specialità dell’ Abruzzo e del Molise sono invece i maccheroni alla chitarra che vengono preparati stendendo la pasta all’uovo su un telaio di legno, detto appunto chitarra, munito di fili d’acciaio che consentono di ottenere delle fettuccine a sezione quadrata.
La sfoglia tradizionale va lavorata, sul piano di legno, prima con le mani, poi con il matterello, ottenendo un grande foglio, piuttosto sottile – lo spessore varia un poco, da casa a casa, e da formato a formato: i tagliolini debbono essere più sottili delle lasagne – rotondo, e assolutamente omogeneo e senza fori.
La sfoglia è così pronta per essere arrotolata e tagliata col coltello, a strisce eguali, oppure venire coperta, a distanze regolari, con mucchietti di farcia, da cui si otterranno, previa piegatura del foglio e taglio con la rotella dentata, i diversi tortellini, agnolotti etc.
Pasta non tradizionale! Tagliatelle di ceci senza uova e senza glutine
Avete mai pensato di portare in tavola un primo piatto fatto in casa, pieno di sostanze nutritive e ricco di sapori? Probabilmente sì e, proprio per questo, oggi vorrei condividere con voi una grande ricetta: quella delle tagliatelle di ceci senza uova e senza glutine. Le avete mai provate?
La pasta proporrà un’incredibile bontà e un valore nutrizionale da non sottovalutare e la salsa, semplice ma deliziosa, non solo si sposerà perfettamente con il sapore tipico dei ceci, ma donerà un valore aggiunto al vostro menu. Non c’è niente di meglio di una pietanza saporita, fatta con le vostre mani e con validi ingredienti, non credete?
Per questa particolare pasta fatta in casa, andremo a utilizzare una farina per pasta senza glutine, come la farina di ceci e quella di riso, che sono anche sostanziose, proteiche e ricche di sostanze nutritive. Questi ingredienti sono digeribili e dal sapore unico, inoltre si prestano perfettamente per la preparazione della pasta fresca gluten-free e, una volta portata in tavola, vi renderete conto che non si tratta solo di nutrimento, infatti anche il palato avrà la sua grande soddisfazione!
Chi conosce la storia della pasta?
Preparare la pasta fresca all’uovo è più facile di quanto molti possano pensare e grazie alla ricetta avrete la possibilità di capirlo. Fantastico, vero?
Certo! Lo diventa ancora di più se ci si prende un po’ di tempo per approfondire la storia della pasta. Sì, avete capito perfettamente: voglio dedicare qualche riga proprio alla storia dell’alimento principe della dieta mediterranea.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e sono legate per la precisione al periodo in cui l’uomo diventa agricoltore. La sua storia e la sua cultura s’incrociano con il grano. Piano piano l’uomo impara a lavorarlo e a cuocere gli impasti ottenuti su pietre roventi.
Si tratta di veri e propri progenitori della pasta, dei quali si cominciano ad avere notizie ufficiali ai tempi della civiltà greca.
Per trovare una data precisa dobbiamo però andare un po’ avanti nel tempo, fino al 1154. Quell’anno, grazie a una forma molto antica di guida turistica redatta dal geografo arabo Al-Idrin, si viene a sapere dell’esistenza di un “cibo di farina in forma di fili“.
Pasta fresca all’uovo e sai cosa mangi
Questo è solo l’inizio di una storia ricca di avvenimenti interessanti. Chi ama cucinare e ha voglia di cimentarsi con la pasta fresca all’uovo non potrà che rimanere affascinato ascoltando come si evolve il percorso dell’alimento simbolo della cucina italiana. Continuiamo a parlarne facendo un salto avanti nel tempo e arrivando fino al XVI secolo.
Ormai la guida di Al-Idrin è solo un lontano ricordo e il commercio della pasta è diventato fiorente. Così tanto da spingere il Papa Urbano VIII, intenzionato a regolamentarlo, a emanare una bolla che prevedeva una distanza minima di 24 metri tra un punto vendita e l’altro.
Andando ancora più avanti arriviamo alla fine del XIX secolo e all’arrivo dei torchi idraulici per la lavorazione della pasta. Si è trattato senza dubbio di uno dei più grandi passi in avanti che, però, non ha eliminato il fascino della pasta fatta in casa!
Nei vari paesi l’utilizzo di pasta ha subito sviluppi differenti e non solo nella quantità, ma proprio nel modo d’impiego; mentre in Italia è un alimento esclusivo dei primi piatti, in altri paesi, come Francia e Germania, è molto spesso un contorno da abbinarsi a piatti di carne.
Ad ogni regione la sua pasta
Anche tra i primi piatti il concetto di pasta varia a seconda delle regioni. In Campania la pasta deve essere consumata per il suo sapore, in Emilia è un mezzo per veicolare saporiti e sostanziosi condimenti (per esempio tagliatelle al ragù, cappelletti e ravioli), in Piemonte il suo scopo principale è esaltare il profumo dei tartufi, nel Veneto serve per rendere più dense e sostanziose le minestre.
Una volta tutta la pasta poteva essere considerata fresca in quanto veniva fatta e consumata al momento o comunque entro un breve periodo di tempo (uno o due giorni al massimo). Oggi la dividiamo in pasta fresca e pasta secca riferendoci, in quest’ultimo caso, a quella preparata, essiccata e consumata anche dopo parecchio tempo; a questo secondo tipo appartengono le paste prodotte industrialmente.
Per fare una buona pasta fresca bisogna selezionare innanzitutto gli ingredienti (farina di grano tenero e uova) che dovranno essere freschissimi e di ottima qualità. La proporzione ideale è quella di 100 g di farina per ogni uovo, anche se la miglior tradizione popolare vuole che sia l’uovo a scegliere la quantità di farina di cui ha bisogno. Infatti le esperte massaie emiliane sostengono che l’impasto assorbe tanta farina quanta ne serve per diventare sodo ed elastico e rifiuta quella in eccedenza. Un piccolo ed antico segreto vuole anche l’aggiunta nell’impasto di un cucchiaio di olio per ogni 500 g di pasta per rendere la sfoglia più elastica.
È indispensabile anche qualche piccola precauzione, come lavarsi ed asciugarsi bene le mani dopo aver incorporato la farina alle uova e prima di iniziare la lavorazione, onde evitare che i residui secchi attaccati alle mani si mischino alla pasta, o lavorare l’impasto in un ambiente fresco e aerato, ma senza correnti d’aria che possono far seccare troppo in fretta la pasta. Infine non bisogna dimenticare l’impiego di una certa energia senza però stancarsi troppo in fretta di lavorare gli ingredienti, in quanto l’intensità e la durata di lavorazione determinano la compattezza della pasta, requisito indispensabile per una buona cottura.
La pasta ripiena per tutti i gusti
Le paste ripiene sono una specialità dell’Italia settentrionale e, in particolare, dell’Emilia-Romagna e del Piemonte.
La pasta cotta “al dente” è, non solo più gustosa, ma anche più digeribile. I tempi di cottura segnati sulle confezioni a volte sono puramente indicativi. Prima di scolare, dunque, verificate
che la superficie della pasta sia sufficientemente tenera da assorbire la salsa che avrete preparato, e la parte interna sia leggermente tenace.
Per una cottura adeguata l’acqua nella pentola deve essere sempre abbondante: circa un litro per ogni cento grammi di pasta. Anche se la pasta che buttate è poca, non mettete mai a bollire meno di tre quarti di litro di acqua.
Il sale va aggiunto dopo che l’acqua avrà cominciato a bollire, poco prima di buttare la pasta. Versate ne almeno un cucchiaio colmo per ogni mezzo chilo di pasta.
In linea di massima considerate circa 120 grammi di pasta a testa. Se la pasta è preceduta da un antipasto e seguita da un secondo, diminuite la dose. Se invece la servite come piatto unico, magari accompagnata da un’insalata, tenetevi un po’ più abbondanti.
Quando l’acqua comincerà a bollire buttate la pasta tutta in una volta e mescolate con un mestolo di legno perché non si attacchi. Coprite la pentola con il coperchio e riportate l’acqua a ebollizione nel più breve tempo possibile. Quindi lasciate proseguire la cottura a pentola scoperta rimestando di tanto in tanto.
Non appena la pasta sarà arrivata al punto giusto di cottura scolatela tempestivamente. Lasciarla anche per breve tempo nella sua acqua la farebbe scuocere. .
La pasta, salvo nei casi di piatti freddi, dovrebbe essere servita subito, altrimenti rischia di diventare una massa appiccicosa e indigesta.
Ricette pasta fatta in casa ne abbiamo?
TI POTREBBE INTERESSARE
Le patatine fritte, utili consigli sullo snack più...
Le patatine fritte, un mondo da scoprire Le patatine, e nello specifico le patatine fritte, piacciono a tutti. E’ raro trovare un alimento o una preparazione che metta d’accordo grandi e...
Ricette con le amarantacee, ottime ricette senza glutine
Cosa sono le Amarantacee e perché sono importanti in cucina La amarantacee sono una famiglia di piante che può regalare molte soddisfazioni in cucina, soprattutto ai celiaci ma anche a chi non...
La classificazione di Marsh e la cucina senza...
Cos'è la classificazione di Marsh La classificazione di Marsh è un sistema impiegato per diagnosticare e classificare la gravità del danno all'intestino tenue nei pazienti che soffrono di...